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Persone chiave

1963-2015 - over fifty years of Casa Cares history, a history made possible thanks to the commitment and contributions of hundreds of individuals in child care and in the guest house, in maintenance and on the farm. The story of volunteerism can be found under another sector of Altri temi with many photos there as well as in the various historical phases. Also in the phases are photos of other co-workers and of many friends and guests as well as many of the children from the home.

Contributions have arrived many forms: hours to years of time, financial contributions, material help, and other. Only a few are cited as examples.

• legal responsibility - the many members over the years of the Casa Cares board; on the last board served a president for the longest term, Stefano Pericoli;

• financial gifts - to be remembered are the churches and, in the time of the children's home, the Lutheran schools; then later there are those who made the purchase of the I Graffi property possible;

• for the guest house - Ed Peduzzi organized about 20 groups, mostly teachers from the New York area; Ted Remley was responsibile for just as many USA counselor seminars; Michael Glotzbach brought his high school choir in the years spanning early '90's to 2015; vari pastori svizzeri hanno portato i loro catecumeni;

• persons who first came as guests and then returned many times as volunteers - among others we remember Eva and Max Matthies;

• "Caresini" designates persons involved in the children's home; many on that base followed the evolution over the years and supported the work, extraordinary examples being Nelly Frieden and Vreni and Ruedi Marti-Mathys.

The persons remembered as Key Persons were chosen as examples for their unique involvement. All accompanied Casa Cares for years and now all but one have passed away. Casa Cares would be very different or maybe not even exist today without their being part of its life.


1963-2015 - oltre cinquanta anni di storia di Casa Cares, una storia resa possibile grazie all'impegno e al contributo di centinaia di persone nell'assistenza all'infanzia e nella foresteria, nella manutenzione e nella fattoria. La storia del volontariato può essere trovata in un settore diverso dell' "Altri temi" insieme con molte foto e altrettante varie fasi storiche. Inoltre nelle fasi sono foto di altri colleghi di lavoro e di molti amici e ospiti, nonché molti dei ragazzi dell'istituto.

Attroverso gli anni i contributi sono arrivati in molte forme: da ore a anni donati, contributi finanziari, aiuti materiali e altro. Citiamo soltano alcuni come esempi.

• responsabilità legale - i molti membri negli anni del comitato di Casa Cares; nell'ultimo comitato ha servito un presidente per il più lungo periodo, Stefano Pericoli;

• doni finanziari - da ricordare sono le tante chiese in vari paesi e, al tempo della casa dei ragazzi, le scuole luterane americane; poi dopo c'è chi hanno reso possibile l'acquisto della proprietà I Graffi;

• per il centro ricettivo - Ed Peduzzi ha organizzato circa 20 gruppi, per lo più insegnanti dell'area di New York; Ted Remley è stato responsabile per altrettanti seminari USA post-laurea di "counseling"; Michael Glotzbach di Weilburg ha portato il suo coro del liceo nel periodocompresi tra gli anni '90 e il 2015; vari pastori svizzeri hanno portato i loro catecumeni;

• persone che per prime sono venute come ospiti e poi sono tornate molte volte come volontarie - tra le altre ricordiamo Eva e Max Matthies;

• "Caresini" è il nome dato alle persone coinvolte nella casa dei bambini; molti su quella base seguirono l'evoluzione dell'opera nel corso degli anni e sostennero il lavoro; esempi straordinari furono Nelly Frieden e Vreni e Ruedi Marti-Mathys.

Le persone ricordate come Persone Chiave sono state scelte come esempi per il loro coinvolgimento unico. Tutti hanno accompagnati Casa Cares per anni e ora tutti, tranne uno, sono decesse. Casa Cares sarebbe molto diversa o forse nemmeno esisterebbe oggi senza il loro coinvolgimento e il loro impegno nella sua vita.

Persone chiave

Domenico Maselli
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DOMENICO MASELLI. NOTA BIOGRAFICA.

Alessandria, 24 dicembre 1933 - Lucca, 4 marzo 2016

Domenico Maselli, nato ad Alessandria il 24 dicembre 1933, già da ragazzo, fu di orientamento evangelico, in quanto suo padre, partigiano delle brigate autonome, era membro e predicatore dell’Assemblea dei Fratelli, comunità presenti in gran numero nel Piemonte orientale .
Dall’esempio di suo padre, infatti, egli imparò l’amore per la libertà, per i diritti civili e, soprattutto, per la Bibbia e per la predicazione dell’Evangelo. Quando, improvvisamente, il padre morì, Domenico, a soli quindici anni, nonostante la sua sete di sapere, era intenzionato a cercare un lavoro per sostenere, economicamente, la madre e la sorella, ma gli Anziani dell’Assemblea, che già avevano individuato in lui un “Pio commentatore delle sacre scritture ” lo indussero a continuare gli studi e ad iscriversi, poi, all’Università di Pavia dove la famiglia era andata a vivere. I risultati scolastici furono ottimi tanto che vinse persino il concorso per una borsa di Studio al Collegio Universitario Ghislieri dove viveva mentre frequentava l’Università. Si laureò in Lettere Moderne col massimo dei voti e la lode, nel giugno del 1956 e subito vinse un’altra borsa di studio, presso l’Istituto per gli Studi Storici, fondato da Benedetto Croce. Nel settembre del ’56, quindi, si trasferì a Napoli, e vivendo in una pensione, frequentò il succitato Istituto dove fu allievo di Federico Chabod, che ne scorse subito il valore e le potenzialità inviandolo a Valladolid, presso l’Archivio di Simancas; lì condusse ricerche sugli “Eretici a Milano sotto il dominio di Filippo II” avendo modo di studiare il carteggio Borromaico. Proprio gli studi su Carlo Borromeo ed il suo carteggio gli consentirono di diventare membro (a vita) dell’Accademia di San Carlo della Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Nell’Accademia di San Carlo, il Prof Maselli figura come ‘un operaio della prima ora’ (...) Infatti il suo nome compare tra quelli di coloro che storicamente diedero il primissimo impulso alle attività scientifiche dell’Accademia

Prese parte, quindi, a numerose conferenze e scrisse molto sulle esperienze evangeliche italiane e dello Stato di Milano . Condusse poi ricerche sugli Eretici a Milano sotto il dominio di Filippo II a Valladolid presso l’Archivio di Simancas, dopo un breve soggiorno di studi in Spagna .
Napoli fu importante, non solo per i suoi studi, ma anche sul piano spirituale e dell’amore. Il suo primo pensiero quando arrivò in questa città, fu infatti quello di prendere contatto con le chiese evangeliche; partì da quella che era più vicina alla pensione dove alloggiava, al Vomero; era una chiesa battista dell’AMEI, e qui incontrò Iole Affuso, studentessa universitaria , sorella di un pastore evangelico. Si sposarono il 5 aprile del 1961 ed ebbero due figli: Valdo e Ivana .
Dopo il suo arrivo a Napoli, i contatti con tutte le comunità evangeliche del luogo (Valdesi, Metodisti, Battisti, Pentecostali ecc.) furono rapidi e coinvolgenti e tutte le domeniche fu impegnato nella predicazione in varie comunità. Frattanto non trascurava i contatti socio-culturali nella città attraverso varie conferenze e come membro dell’Istituto Campano della Resistenza.
Nel contempo, dal 1956 al 1965 insegnava Italiano e Storia presso il “Liceo Internazionale”; a Napoli prima, e poi a Firenze dove ne assunse anche la Presidenza.
Cominciò quindi a fare la spola tra le due città perché nel 1960, incoraggiato da alcuni amici, tra cui Giorgio Spini, entrò all’Università di Firenze come Assistente straordinario e, successivamente, come Assistente ordinario. Dal 1° gennaio 1967 insegnò, come Professore Incaricato, Storia Medioevale e, dal 1970, Storia del Cristianesimo presso la Facoltà di Magistero.
Nel 1982 fu nominato Professore Associato di Storia del Cristianesimo, docenza che ha conservato fino alla pensione, nel 2004.

I suoi corsi universitari furono uno straordinario successo: aule piene, molte tesi di laurea assegnate, ecc.

Dopo una necessaria interruzione per sopraggiunto mandato parlamentare, dal 2001 al 2004 è stato Presidente del Corso di Laurea Interfacoltà di Operatori di Pace e del Corso di Laurea di Scienze dell’Educazione, ed ha aggiunto all’insegnamento della Storia del Cristianesimo, quello di Storia delle Religioni; dal 2002 al 2004, ha avuto un insegnamento per contratto di Storia della Non Violenza presso il Corso di Operatori di Pace, mentre, dal 2001, per qualche anno,ha tenuto l’insegnamento di Storia dell’immigrazione ed emigrazione presso il Master di Comunicazione e Mediazione Interculturale della Facoltà di Lettere di Pisa. Naturalmente, mentre svolgeva la sua attività didattica a Firenze, tornava, dal sabato al lunedì compresi, a Napoli dove ancora viveva la sua famiglia e dove continuava la cura di varie Comunità periferiche come Cappella Bianchina, Torre del Greco, Rione Berlingeri; chiese distanti da casa e tra loro.
Nel 1971 fu tra i fondatori della “Comunione delle Chiese Libere” di cui fecero parte anche diverse comunità Campane; in quell’ambito, nel 1977, è nata la Chiesa Libera di Volla della quale Maselli è stato pastore locale fino al 1980 ma con cui è continuata la frequentazione (reciproca), appena era possibile, e la collaborazione finché è stato in vita.
Da tutto ciò si evince che la sua attività, poliedrica ed intensissima, ha avuto, fino al 1980, il suo fulcro a Firenze ed a Napoli mentre non mancavano frequenti inviti a culti e/o a conferenze in diverse altre città, specie del Piemonte e della Lombardia, ma non solo. Viaggiava moltissimo, quindi, sempre in treno, ma questo non affievoliva il suo impegno di studioso, di docente e di predicatore oltre che di operatore sociale. In quegli anni, non a caso, si occupò moltissimo dei bimbi bisognosi, sia a Napoli che a Firenze. A Napoli si prodigò per la realizzazione di un asilo all’Arenella e di una scuola serale c/o i locali della chiesa del Rione Berlingeri, dove, seguiti da Iole Affuso (che vi portava anche i figli, Valdo e Ivana) e da alcuni suoi ex allievi ormai universitari, affluivano bimbi e ragazzi per fare i compiti. A Firenze si occupò dell’ “Istituto Comandi”, poi “Casa Cares”, che accoglievano ragazzi indigenti, provenienti anche dalla Campania.
Viaggiava molto e, in quanto pastore evangelico, aveva abbinato un’intensa attività di docente e di studioso a quella di predicatore e operatore sociale, soprattutto per l’infanzia. A Napoli si era prodigato nella realizzazione di un asilo e di una scuola serale nella periferia e aveva prestato soccorso dopo il terremoto che aveva colpito l’Irpinia nel 1980.
Dell’esperienza partenopea bisogna ricordare inoltre che Maselli è stato fondatore dell’Istituto Storico Campano della Resistenza e membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Lucca.
Dal 1956 al 1965 insegnò Italiano e Storia al Liceo Internazionale di Napoli e nel 1959 ha fondato il Liceo Internazionale e la Scuola Interpreti di Firenze. Intanto proprio a Firenze era stato chiamato dall’Università, dove molti amici, tra cui Giorgio Spini, lo esortarono ad accettare la proposta. Nel 1960 divenne assistente straordinario di Giorgio Spini, professore di Storia al Magistero di Firenze, e nel 1967 ebbe l’incarico di assistente ordinario di Storia Medievale e poi di Storia del Cristianesimo, di cui rimase professore associato fino al 2006. Ciò rese possibile non solo la prosecuzione del suo lavoro storiografico, ma anche una presenza attiva nel Movimento Evangelico italiano. I suoi corsi universitari furono un successo, aule piene, numerose tesi di laurea assegnateche leggeva durante i suoi viaggi in treno quando si recava ogni giorno a Firenze. Tra i suoi impegni accademici, ricordiamo che è stato negli anni ’60 segretario dell’Associazione Nazionale Docenti Universitari ed è stato dal 2001 al 2004 presidente del corso di Laurea “Operatori di pace” e quello di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze. Dal 1994 al 2001, in vista dei suoi impegni parlamentari, lasciò momentaneamente l’insegnamento per dedicarsi alla carriera politica, pur non tralasciando mai l’attività di pastore. Proprio in qualità di pastore evangelico indipendente e non retribuito nel 1980 si trasferì a Lucca dove accettò la cura pastorale della Chiesa valdese in via Galli Tassi, offertagli dalla Tavola valdese – secondo il suo regolamento vi era infatti un accordo con i pastori provenienti dalla formazione nelle chiese libere . Fin dall’inizio cercò di seguire quattro direttrici: l’evangelizzazione intesa non nel senso di proselitismo, bensì come “annuncio della buona notizia della liberazione di Gesù ”, grazie alla presenza di insegnanti evangeliche a cui si aggiunse la signora Maselli, consentendo un contatto diretto tra insegnanti e allievi di scuole medie e superiori e gli studenti lucchesi dell’Università di Firenze, che come professore Domenico Maselli riceveva a colloquio presso questa sede, evitando che si recassero appositamente a Firenze. Avviò sin da subito riunioni di studio biblico, a cui presero parte professori e suore del vicino convento di Santa Zita e che divennero ben presto di cadenza settimanale almeno sino al 1994 e aprì l’ambiente lucchese alla conoscenza della cultura protestante per il tramite di incontri con personalità di spicco del mondo evangelico tra cui Giovanni Goannet, Giorgio Spioni, i pastori Giuseppe Platone, Luciano Deodato, i teologi Paolo Ricca, Sergio Rostagno e altri . In secondo luogo si seguì l’apertura all’ecumenismo, favorita da personalità quali il Vescovo Giuliano Agresti e del responsabile per l’ecumenismo don Piero Raffaelli . Collaborarono assieme sia alla settimana per l’Unità dei Cristiani che alla preparazione della Pentecoste, distribuendo ai cattolici il commento di Lutero al Magnificat e disponendo collette per l’Istituto Evangelico “Il Gignoro” di Firenze . Don Raffaeli e il predicatore evangelico Franco Bono inoltre collaborarono in maniera intensa per dotare gli alberghi di Lucca di Sacre Scritture e si studiò la storia della Riforma a Lucca nel ‘500 . Molto significativi furono le collaborazioni con altre chiese, tra cui la parrocchia di San Paolino sotto la guida di Sirio Valoriani e di Giuseppe Andreozzi, gli scambi di doni con le missioni di due preti in Brasile e la partecipazione con la Chiesa Pentecostale di Altopascio agli studi biblici in comune e l’opera svolta assieme in favore dei bambini di Cernobyl. La terza direttrice operativa si è avuta con la lotta per la laicità dello Stato, la libertà religiosa ed i diritti civili, con l’intervento di esperti nei settori come Sergio Rostagno sulla bioetica e Peppino Englaro sulle direttive di fine vita . Dal giugno 2011, su iniziativa della sorella Jole Affuso, è stato aperto uno sportello per il testamento biologico. In ultima analisi si è operato in vista dell’accoglienza di comitive evangeliche in visita in Toscana con agapi in comune o di stranieri evangelici in passaggio a Lucca o immigrati per lavoro; particolare rilievo ha avuto per la vita comunitaria il soggiorno estivo dell’ex ambasciatore olandese Edoardo Kortal Altes e sua moglie. La chiesa ospitò anche una chiesa evangelica filippina per oltre cinque anni e una apostolica, e strinse legami con i lucchesi di Ginevra e, sebbene non si sia potuto realizzare il sogno un centro ecumenico progettato con il Vescovo Agresti, Maselli partecipò alle varie attività legate alla cittadinanza. Offrì sempre, anche gratuitamente quando era il caso, la sua opera di educatore a tutti i livelli, impegnandosi sia nell’istruzione popolare che nell’Università dell’Età libera (UNIDEL) di Firenze, di cui era coordinatore, o al servizio di parrocchie cattoliche, Chiese Evangeliche, Case del Popolo e Comunità di base, curando le Chiese Valdesi di Barga e di Lucca e la Chiesa in formazione di Viareggio. Molti gruppi di lavoro evangelico chiesero la sua collaborazione fra cui il Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia dove Maselli si comportò da “genio e da profeta” . Ricorda Giorgio Bouchard di lui:

Ho avuto il privilegio di presiedere alcuni di questi comitati, e c’è un dettaglio che ricorderò anche in punto di morte: con pochi minuti di ritardo, Maselli arrivava (da Napoli o da Lucca) scortato da qualche studente; passava mezz’ora a valutare criticamente (ma efficacemente) le tesi di laurea, ascoltava ben bene anche i nostri discorsi e poi interveniva nel dibattito: io avevo la sensazione di essere travolto (anzi: conquistato) da una ondata di spiritualità e di intelligenza. Le parole erano sempre le stesse: dialogo, evangelizzazione, ma i riferimenti erano alla storia, e alle contraddizioni della società italiana: quella società in cui Domenico, eletto deputato proprio al momento della sconfitta delle sinistre italiane (1994) conduceva (con Valdo Spini) una singolare battaglia a favore della laicità dello Stato e di una futura legge sulla libertà religiosa, che venne abilmente boicottata dai conservatori. Ciò non impedì a Domenico di impegnarsi nelle chiese come «pastore locale», a Lucca come a Napoli

Fu membro del direttivo dell’Accademia Borromaica di San Carlo, fondata da Papa Paolo VI e presieduta dal Cardinale Martini, in virtù dei suoi numerosi studi dedicati alla figura di San Carlo Borromeo . Sul versante politico vediamo Maselli sempre immerso e coinvolto nelle iniziative cittadine: diede molto infatti alla sua città e viene ricordato da tutti con ammirazione. Nel 1994 fondò il Forum movimento politico cittadini “Vivere Lucca” e fece parte del comitato extracomunitario che qui si era costituito: dal 17 ottobre dello stesso anno era stato infatti membro del gruppo interparlamentare sugli extracomunitari. Fino all’emeritazione del 2014 portò avanti il suo impegno spirituale sia come Guida della Comunità Valdese di Lucca, sia in ambito nazionale, ricoprendo dal 2007, dopo la formazione delle Chiese Evangeliche Libere, la carica di presidente della Federazione delle Chiese evangeliche italiane. La parentesi politica non causò nessuna assenza nel servizio domenicale nella chiesa lucchese, non a caso continuò a lavorare agli studi biblici pur avvalendosi dell’aiuto di un dottore ebreo, Sciloni, che lo sostituì spesso durante questo periodo. Era stato eletto con il sistema maggioritario nella circoscrizione XII della Toscana nel 23° collegio di Lucca con le liste PDS, PSI, Federazione Nazionale dei Verdi, Alleanza Democratica, Riformazione Comunista, e iscritto al gruppo parlamentare dei Progressisti Federativo. Durante la sua attività parlamentare si occupò della opposizione alla legge finanziaria e in particolare del blocco delle pensioni e delle modifiche della presidenza . Con i Ds era stato eletto deputato nel 1994 e nel 1996, rispettivamente nella XIIa e XIIIa legislatura, rivestendo in quest’ultima l’incarico di segretario della I Commissione Affari Costituzionali, impegnandosi su molti fronti a partire da quello della libertà religiosa, “quella (…) più importante perché riguarda le convinzioni più profonde e più intime dell’uomo ”. Tema molto caro a Maselli, e ce lo mostra in modo eloquente la bibliografia dei suoi scritti, è l’interesse che ha mostrato verso l’incontro fra le varie confessioni cristiane e le varie religioni. Non era stato iscritto a nessun partito prima di allora ed essendo pastore evangelico, in una città cattolica come Lucca, si interrogò su come sarebbe stato il suo dovere di cittadino e di credente nel nuovo ruolo in cui doveva operare:

Ho esaminato i profili dei deputati evangelici del passato, per vederne l’attività ed i presupposti culturali. Il primo carattere, comune a quelli che mi avevano preceduto e che ho pienamente condiviso, è quello dell’uomo di cultura che sente il dovere di fare un lavoro costante, come quello di una formichina, senza rivendicare né privilegi, né appariscenza

Faceva parte del gruppo dei Progressisti e del gruppo dei Cristiano-Sociali. Tale movimento era sorto nel 1993 per volontà di Pierre Carniti e Ermanno Gorrieri, per offrire una presenza all’interno del cristianesimo democratico e sociale nello schieramento dei Progressisti . Giorgio Merlo, per vari mandati deputato del Collegio di Pinerolo, ricorda della sua adesione: “Credeva fortemente in una politica popolare, riformista, anche di ispirazione cristiana ma che partiva dai bisogni degli ultimi” . Era stato componente della I Commissione permanente Affari Costituzionali dal 25 maggio 1994, dove Rosa Russo Jervolino gli assegnò il compito di relatore di tutte le leggi riguardanti i diritti civili: libertà religiosa, minoranze linguistiche, senza tralasciare gli impegni riguardanti la cultura e gli esteri, la legge di disciplina dell’immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero , pronunciando in quell’occasione un discorso sulla storia delle migrazioni, sottolineando il valore essenziale allo sviluppo dei popoli. Presentò due relazioni sulle norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (8 febbraio 1995) e tra lo Stato e la Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) (3 maggio 1995) . Non a caso, Maselli, da pastore Valdese e da professore universitario, si rese promotore di una cultura etico-politica votata al pluralismo e al rispetto delle diversità, contribuendo ad ampliare la visione del Movimento. “L’appartenenza ad una minoranza che non si senta ghettizzata, ma che sia conscia, come lo è quella protestante, del suo ruolo di stimolo per la stessa maggioranza, spinge a lavorare per la libertà di tutti ”: sin dalla XII legislatura Maselli si è impegnato a favore delle minoranze, religiose in particolare. Fu un punto di riferimento importante per i Testimoni di Geova, dei Buddisti e delle diverse comunità islamiche interessate alla stipula di intese con lo Stato. Nell’introduzione delle relazioni dimostrò la sua conoscenza del contesto normativo dei provvedimenti e approntò una ricostruzione storica delle due comunità , richiamando alla memoria la statura morale di alcuni protagonisti delle Comunità Protestanti italiane, come Dietrich Bonhoffer. Si pronunciò anche in merito ad altre questioni, come nel caso del provvedimento adottato con urgenza nel 1995 in materia di impiego delle Forze armate in attività di controllo del territorio nazionale e per l’adeguamento di strutture connesse alla lotta contro la criminalità organizzata mentre sulla discussione della proposta di modifica costituzionale per l’esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani residenti all’estero, intervenne ricostruendo la storia dell’emigrazione italiana . Nella XIIIa legislatura, data la maggior durata delle Camere, Maselli ebbe un ruolo più incisivo. Come primo firmatario presentò cinque proposte di legge in ambiti tematici molto diversi tra loro: le norme per l’edizione del carteggio dell’arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo , l’ordinamento della professione di pedagogista , la tutela dei beni culturali delle città capoluogo di provincia già capitali di Stato , le modalità per la determinazione dell’indennità di esproprio ; da sottolineare la proposta che discusse per il riconoscimento delle popolazioni rom e sinti e per la salvaguardia della loro identità culturale . Si dedicò anche alla tutela delle minoranze attive nei più svariati contesti per la difesa dei diritti umani o per il raggiungimento di legittime aspirazioni, impegnandosi anche nelle discussioni contro la pena di morte , mostrando le sue manifestazioni di solidarietà nei confronti delle minoranze politiche perseguitate nelle aree più critiche del mondo, come le iniziative a favore del popolo Saharawi nel percorso di riconoscimento di indipendenza dal Marocco sul territorio della Sahara occidentale . Questo impegno lo portò a costituire un Comitato interparlamentare apposito e ad avere un dialogo con le associazioni della società civile (Arci e altre). Fondamentale fu il progetto che fece licenziare a fine febbraio 2001 il disegno di legge sulla libertà religiosa , un testo su cui Maselli contribuì in maniera decisiva, ripresentato nel corso della XIVa legislatura . Fu relatore inoltre dei provvedimenti di modifica delle intese con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e con l’Unione delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno , divenute leggi dello Stato nel corso della legislatura e si impegnò sul tema della valorizzazione delle minoranze linguistiche storiche e su quello della tutela della minoranza slovena presente in Friuli . Rilevanti furono i suoi interventi per il progetto di legge sulla celebrazione nazionale del bicentenario della prima bandiera nazionale , e su quelli relativi all’incremento e al ripianamento di organico dei ruoli del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e alle persecuzioni naziste. Non è mancato l’impegno verso la sua terra, la lucchesia : nel corso degli anni aveva aperto numerosi canali di comunicazione con la città, con incontri e dibattiti pubblici con i cittadini, giornalisti e studenti grazie anche alla sua attività di pastore e di docente universitario. La comunità valdese a Lucca che ancora oggi ha sede in via Galli Tassi è sede anche del Centro Pietro Martire Vermigli , centro di iniziative ecumeniche e culturali. Fra i provvedimenti relativi alla Toscana ebbe modo di seguire in commissione come relatore quello relativo alla tenuta di San Rossore , in Versilia, quello relativo all’istituzione del parco nazionale dedicato alla pace a Sant’Anna di Stazzema , e inoltre gli interventi nella provincia di Lucca a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel 1994 e nel 1996 . Si interessò ad alcuni problemi di ordine cittadino – come la viabilità nelle zone di Castel Nuovo e Ponte a Moriano – nonché a una serie di proposte ed iniziative previste per il rilancio turistico-economico e culturale della città , tra cui l’ampliamento della Biblioteca Statale, l’apertura di segreterie universitarie e di una biblioteca fornita di testi universitari . Tra i suoi studi si è occupato di Storia della chiesa primitiva, dei movimenti popolari nel medioevo, della Riforma protestante e cattolica e dei Movimenti religiosi popolari dei secoli XIX e XX e tra i suoi scritti più importanti ricordiamo Tra Risveglio e millennio. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli, 1836-1886 (1974); Libertà della Parola. Storia delle chiese cristiane dei Fratelli, 1886-1946 (1978); Villa Betania, un'avventura della fede. Storia dell'ospedale evangelico di Napoli (1989); Storia dei battisti italiani – 1873-1923 (2003). Il senatore Lucio Malan ne ricorda la grande attenzione posta alla questione delle Intese:

Nel 2007 non era parlamentare, ma presidente della Fcei e continuava a occuparsene – ricorda –: in quell'anno ci fu una serie importante di Intese stipulate con lo Stato, di confessioni anche non appartenenti al ramo giudaico-cristiano. Continuò a occuparsi anche del tema della libertà religiosa, organizzando incontri e convegni: ma soprattutto era un uomo in grado di discutere con tutti al di là degli schieramenti, tanto in ambito politico quanto in quello ecclesiastico, dove interloquiva anche con le chiese non legate al protestantesimo storico.

L’ecumenismo, il dialogo, l’attenzione ai temi della pace e dell’ambiente, erano una costante del suo vivere il cristianesimo. In occasione del suo pensionamento Pietro De Marco assieme a Elena Rotelli, Milka Ventura e altri collaboratori hanno contattato studiosi, onorevoli e professori per pubblicare testimonianze e saggi che evidenziano i vari aspetti della sua figura, che spazia dall’ambito storico-religioso al suo periodo di deputato alla Camera . La sua morte, avvenuta il 4 marzo 2016, è stata la morte di un uomo colto, di grande spessore culturale, e al contempo gentile e umile . Le esequie si sono tenute il 7 marzo successivo nella Basilica di San Frediano, che l’Arcidiocesi di Lucca ha messo a disposizione, accogliendo così le sue ultime volontà, perché proprio in quella Basilica nel ‘500 predicò Pietro Martire Vermigli prima di aderire definitivamente alla Riforma protestante. Il 3 marzo 2017 si è tenuto a Lucca un convegno, dal titolo "L'eredità di Domenico Maselli: il sogno ecumenico", che ha visto una nutrita partecipazione protestante e cattolica, dal presidente della Federazione delle Chiese angeliche in Italia, Luca Negro, al vescovo di Lucca, Italo Castellani, solo per citare due partecipanti. L'evento è stato organizzato dal Centro culturale "Pietro Martire Vermigli" e dalla Chiesa valdese di Lucca.

Breve storia di Casa Cares (Scritta per il Sinodo Valdese da Domenico Maselli, 2015)

Tra le molte decisioni che dovrà prendere il Sinodo 2015, vi è quella relativa all’avvenire di Casa Cares. Qualcuno può chiedersi di che cosa si tratti.
Sono passati oltre 50 anni da quando il caro e compianto Pastore Santini offriva di ospitare provvisoriamente, nei locali dell’ex casa di riposo per anziani, i bambini usciti dall’Istituto Comandi, con il loro direttore Robert Mc Connell.
Si formò allora un Comitato composto da persone di diverse denominazioni evangeliche, che si chiamò “Comitato di Accoglienza Ragazzi e Studenti”, in sigla, CARES, che decise di aprire una nuova casa di accoglienza per ragazzi abbandonati o appartenenti a famiglie davvero povere.
Facevano parte di questo gruppo di amici, membri della Chiesa dei Fratelli come Cesarina Targetti di Firenze, Carmelo Ruffa di Canelli, Luigi Lenti di Valenza Po; Felice Platone di Alessandria; battisti come il geometra Vai e le sorelle Giolitto di Torino; metodisti come Sauro Gottardi e la sorella Nunzi; un ruolo di particolare stimolo e di guida spettò ad evangelici liberi come il dr. Lello Mauri, il prof, Ugo Gastaldi, già redattore del “Libero Evangelo” e storico degli anabattisti, ed il sottoscritto, Domenico Maselli.
Accanto a loro vi erano le persone che avevano aiutato Mc Connell durante la direzione del Comandi e persino giovani evangelici che frequentavano le scuole americane di Firenze.
L’Opera si avviò affittando prima una villa a Rovezzano e poi la Villa Strozzi non lontana dall’Isolotto e continuò regolarmente anche durante l’alluvione di Firenze del 1966. Dopo che la Famiglia Mc Connell era tornata definitivamente negli USA, si pensò di dare stabilità alla Casa comprando una piccola fattoria a Reggello, sulla strada per la Vallombrosa in cui Milton ritrovava il paradiso perduto.
La nuova tenuta Villa “I Graffi” era composta da una villa padronale, una casa colonica, un discreto uliveto, un vasto orto e permise di continuare l’assistenza a bambini, in maggioranza meridionali, incentivando anche l’accoglienza di gruppi di amici e l’interesse per la campagna. Vi è stato, fin da allora, un ottimo rapporto con il Comune di Reggello.
Quando entrarono in funzione i consigli regionali, la Toscana proibì che si continuasse l’aiuto a ragazzi provenienti da altre regioni. Che fare?
Il Comitato pensò di continuare l’opera attraverso l’accoglienza a singoli gruppi per periodi di riposo ed utilizzare la casa per avviare gruppi e chiese evangeliche alla riflessione spirituale e all’amore per la natura e contattando altre persone che avessero quelle finalità.
Per dare stabilità all’opera, il Comitato decise di regalarla alla Tavola che creò un nuovo Comitato di gestione mentre veniva nominato direttore Paul Krieg, lo stesso giovane americano che aveva diretto il Cares nel primissimo periodo di vita.
Accanto a lui ed alla splendida Antoinette, sua moglie, rimanevano alcuni dei primi collaboratori; ne ricorderò due che, negli anni, hanno rappresentato la casa: Ginevra Rotatori detta Gina, e Gioele Mongiovetto. Con la loro ospitalità, un po’ rozza, popolana, ma sincera e spontanea, talora commovente, rappresentavano l’autentico spirito della casa accogliente, senza fronzoli, in cui si sentiva qualcosa di speciale.
Da un punto di vista spirituale, Casa Cares in questi anni, è stata per le nostre chiese toscane e per tanti gruppi religiosi e laici italiani e stranieri, un luogo di riposo ed un’oasi di pace e di fratellanza, in altre parole, una testimonianza cristiana.
Indipendentemente dall’utile economico, l’accoglienza e l’ospitalità hanno un ruolo primario nella testimonianza dei credenti; l’ospitalità cristiana è cosa preziosa come si dice nell’Epistola agli Ebrei (13,2).
In un momento in cui la salvaguardia del creato ha un ruolo fondamentale nel mondo ed ancor più nella Chiesa, dobbiamo rinunciare a dare in questo settore un esempio piccolo ma molto significativo?
A nome dei fondatori di Casa Cares, ringrazio la Chiesa Valdese per ciò che ha fatto e fa direttamente o attraverso i suoi organi come la CSD.
Auspico che il Sinodo, pur perseguendo la necessaria ricerca di una “mission” del Cares che sia adeguata alle possibilità economiche, consenta una pausa di riflessione per identificare gli scopi da perseguire nell’immediato ed il modo più celere per farlo.
Continuo a sperare che in uno degli angoli più belli della Toscana, resti aperta e viva una casa di accoglienza in cui si avverta la presenza dello Spirito santo in un rinnovato amore per gli umani e per la natura, mentre, se possibile, si dia un aiuto concreto a qualche giovane, apparentemente meno dotato, mettendolo a contatto con il lavoro dei campi.



Trent'anni di falò toscano (scritto per Riforma da Paul Krieg)

La Festa Valdese del 17 febbraio a Casa Cares ha avuto luogo sabato, il 13. “Attualità della Riforma Protestante: Perché oggi non possiamo no dirci tutti protestanti?” Il relatore Domenico Maselli ha sottlineato la base gettata da Lutero alla Riforma. Nel suo intervento egli ha anche parlato della sua proposta di legge sulla libertà religiosa in Italia, ancora non risolta e adesso difficilmente risolvibile. Il Professor Masellli a vari livelli, anche in parliamento, si è impegnato per il rispetto, il dialogo e la giustizia fra le religioni, temi da sempre attuali ma particolarmente sentiti oggi nella nostra società in evoluzione. La presenza del professore è stata preziosa ricordandolo come uno dei fondatori di Casa Cares, Istituto per Regazzi agl'inizi degli anni '60. Lui ha seguito e incoraggiato la vita del centro durante i suoi spostamenti a Firenze dalla Via Aretina alla Via Pisana e poi a Reggello, e da un'opera non-denominazionale ad una valdese.
Inaugurata a Casa Cares nel febbraio, 1986, la tradizione della festa valdese con falò è andata ininterotta, nonostante qualche nevicata, ed è diventata un punto fermo di testimonianza a Reggello. Quest'anno la neve non c'era, ma il maltempo ha comunque cancellato il falò, che sarebbe stata un'esperienza nuova per diversi dei 70 partecipanti. Fra altri relatori negli anni passati si conta Luigi Santini, Emidio Campi, Piero Bensi, Girogio e Valdo Spini, Mariella Zoppi, Massimo Rubboli, l'ex-sindaco di Reggello Massimo Sottani, Gino Conte, Dorothee Müller, Pawel Gajewski, e altri come il bio-agricoltore di Casa Cares e un frate francescano. I più fedeli frequentatori sono membri delle comunità toscane ma tipicamente ci sono amici locali, anche dalle chiese della zona, e le autorità reggellesi. Quest'anno hanno partecipato persone impegnate nell'opera evangelistica Cristo è la Risposta, che ha acquistato da poco una proprietà nel Comune di Reggello per sviluppare una sede permanente nazionale.
La festa offre una testimonianza apprezzata da tanti e si spera che la Commissione Sinodale per la Diaconia, gestore di Casa Cares dal 1° gennaio, abbia l'opportunità di continuarla nel futuro. Alessandro Sansone, membro della CSD e presidente del nuovo comitato del centro, ha parlato del rilancio del consueto lavoro di ospitalità complementandolo con l'accoglienza di migranti tramite il progetto Corridoi Umanitari.

Gioele Mongiovetto
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GIOELE MONGIOVETTO - PIVERONE

Testo di Paul Krieg, gennaio 2019

Gioele è stato nei corsi di tanti anni uno dei più grandi amici e sostenitori della Famiglia McConnell e di Casa Cares. L'ho conosciuto per la prima volta durante il mio primo periodo a Casa Cares nel 1965-66. Veniva periodicamente ed era un membro fisso della famiglia ogni Natale quando ci ha assicurato un bellissimo albero per il piacere di tutti.

Durante gli anni di ridotto impegno dal 1974-1983, Gioele ha accettato con Giulietta Nunzi la gestione della proprietà, ambedue molto accoglienti dei singoli e dei gruppi con cui hanno avviato un lavoro di ospitalità. Importantissimo anche era la cura dei rapporti con i vicini di casa e con la gente della zona in generale. Mentre Giulietta si impegnava con i lavori nella villa, specialmente in cucina, Gioele tornava alle sue radici contadino. Il loro impegno come ponte fra l'istituto e la casa per ferie è stato essenziale per la sopravvenza di Casa Cares.

Gioele e Giulietta, quanto mi hanno raccontato altri, sono stati la chiave della donazione da parte del comitato, da cui avevano in accomodato la proprietà, della donazione alla Tavola Valdese. Quando la Tavola Valdese in persone del Moderatore Giorgio Bouchard, sul suggerimento di Marco Jourdan, ha contatto Antoinette e me per la gestione della casa, ci hanno chiesto il nostro parere su una continuata presenza di Gioele a Casa Cares. Conoscendolo e caprendo la sua importanza per la cura della terra, abbiamo informato la Tavola con piacere di voler questo fratello fra noi.

Il periodo non erano sempre facile per Gioele. I suoi anni avanzavano ma anche in questo periodo nessuno ha contributo di più al lavoro della terra fino alla sua partenza a metà degli anni '90. E' diventato il fratello maggiore di tanti giovani volontari, con cui ha avuto molto pazienza per i lavori nell'orto e fra gli ulivi. Continuava, insieme con Giulietta che si è traslocata da Firenze ad una colonica della ex-Fattoria I Graffi a 100 metri di distanza dalle villa, di essere una viva presenza evangelica e di testimonianza. Per tante persone della zona erano diventati apprezzati amici. Per i nostri figli sono stati cari nonni italiani.


Gioele over the courses of many years was one of the greatest friends and supporters of the McConnell Family and of Casa Cares. I met him for the first time during my first period at Casa Cares in 1965-66. He came periodically and was a permanent member of the family every Christmas when he assured us of a beautiful tree for everyone's pleasure.

During the years of reduced work from 1974-1983, Gioele accepted with Giulietta Nunzi the management of the property, both very welcoming of the individuals and groups with whom they started the work of hospitality. Also important was the care of relationships with neighbors and people in the area in general. While Giulietta was busy with the work in the villa, especially in the kitchen, Gioele returned to his peasant roots. Their commitment as a bridge between the institute and the holiday home was essential for the survival of Casa Cares.

Gioele and Giulietta, as others have told me, were the key to the donation by the committee, who entrusted the property to them, to the Tavola Valdese.. When the Tavola in the person of Moderator Giorgio Bouchard, on the suggestion of Marco Jourdan, contacted Antoinette and me for the management of the house, they asked us our opinion on a continued presence of Gioele at Casa Cares. Knowing him and understanding his importance for the care of the land, we informed the Tavola that we wanted this brother to give us a hand.

The period was not always easy for Gioele. His years advanced but also during this period no one contributed more to the work on the farm until his departure in the mid-90s. He became the elder brother of many young volunteers, with whom he had much patience for the work in the garden and among the olive trees. Together with Giulietta, who moved from Florence to a farmhouse of the former Fattoria I Graffi 100 meters away from the villa, he continued to be a living witness to the Gospel. For many people in the area they became popular friends. For our children were dear Italian grandparents.


Testo di Ferruccio Mongiovetto, figlio di Mosè. Dicembre 2018

Mi ricordo la prima volta che visitai casa Cares in inverno arrivando da Roma come militare nel 1971, i grandi camini che riscaldavano gli ambienti ed i tanti ospiti piccoli che in un clima di allegria animavano la casa.

Un ricordo che ancora ho nella mia mente sono i gruppi di volontari (giovani americani, svizzeri, tedeschi ecc. ecc.) che venivano ad aiutare lo zio per il periodo della vendemmia, lo zio li assillava dal mattino alla sera tardi perché voleva finire al più presto il lavoro per rientrare a Reggello il prima possibile perché si trovava a suo agio in quel giovane ambiente famigliare che regnava nella casa.

Ecco i nomi di sorelle e fratelli dello zio, nomi che rispecchiano l'appartenza alla Chiesa dei Fratelli:
Amos, Febe (mamma di Giovanni), Mosé (mio padre), Noé, Gioele (Timoteo), Ninfa, ed Ester di 97 anni, cuoca stimata dei gruppi di volontari che a Piverone non erano in vacanza, ma ai lavori forzati!!!


Text by Ferruccio Mongiovetto, son of Mosè December 2018

I remember the first time I visited Cares in the winter, coming from Rome on leave from my military service in 1971, the large fireplaces that warmed the rooms and the many small guests who animated the house in an atmosphere of cheerfulness.

Another memory that I still have in my mind are the groups of volunteers (young people American, Swiss, German etc.) who came to help my uncle for the period of the grape harvest. My uncle harassed them from morning to late evening because he wanted to finish work as soon as possible to return to Reggello as soon as possible. It was because he was at home in that young family environment that reigned in the house.

These are my uncle's sisters and brothers, all names which reflect our membership in the Brethren Church:
Amos, Febe (mother of Giovanni), Moses (my father), Noé, Gioele (Timothy), Ninfa, and 97-year-old Ester, esteemed cook for the groups of volunteers who were not on vacation in Piverone, but forced labor !!!

Ugo Gastaldi
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Ugo Gastaldi (presentato da sua figlia Silvia Gastaldi)

Genova, 6 novembre 1901 - Milano, 27 novembre 2007

Figlio di Leonardo Gastaldi, maresciallo di finanza, e di Imelde Pascolini è primogenito di sei figli. Proveniente da famiglia cattolica, fin dall'età di 13 anni si professa ateo. Terminati gli studi superiori a Senigallia, si trasferisce a Roma per frequentare l'università di Scienze Politiche. Qui, nel 1934, ascolta i sermoni di Paolo Bosio, pastore della Chiesa Valdese di Piazza Cavour a Roma, e si converte al protestantesimo. Dopo la laurea, conseguita nello stesso anno, torna a Senigallia e aderisce al Movimento dei Fratelli frequentando la Chiesa dei Fratelli della città, dove si battezza per immersione. Conosce Lidia Mauri Paolini, anche lei della Chiesa dei Fratelli di Senigallia e si sposano a Firenze (1940) con rito civile. Successivamente prende le distanze dal Movimento dei Fratelli, assumendo una posizione indipendente, aperta e disponibile alla collaborazione con altri gruppi evangelici italiani. Insegnante di storia e filosofia nei licei statali (dal 1936 al 1971) insegna nelle sedi di Livorno, Genova (qui nel 1942 nasce la figlia Silvia), Urbino, Osimo, Cesena e Legnano. Nel 1972 si trasferisce a Milano, ove frequenta l'ambiente evangelico, senza aderire a nessuna denominazione, definendosi “spirito libero”. Muore a Milano il 27 novembre 2007. Per sua volontà le ceneri riposano, insieme a quelle della moglie Lidia, nel piccolo cimitero di Massello (TO).

"Il Libero Evangelo"

Con il cognato Aurelio Mauri Paolini, chirurgo, fonda il periodico indipendente evangelico “La Via” (1946) diventato l'anno successivo “Il Libero Evangelo” (1947-1951). Nel primo numero della Rivista si legge il programma: “Evangelo, dunque, è libertà: libertà dal letteralismo, dal dogmatismo, dall'esclusivismo settario, dal convenzionalismo ecclesiastico, da ogni forma di autoritarismo tanto spirituale che politico”. La rivista abbraccia anche la causa della nonviolenza, della pace, della obiezione di coscienza.

Gli studi storici sull’anabattismo

A Legnano incontra il pastore valdese Giorgio Bouchard, il quale venuto a conoscenza del suo interesse storico per il movimento degli anabattisti, lo spinge ad approfondire la ricerca in vista di una pubblicazione presso la casa editrice Claudiana in quel periodo diretta da Carlo Papini. Anni di intensi studi porteranno alla pubblicazione dei due volumi “Storia dell’Anabattismo, dalle origini a Munster dal 1525 al 1535" (1972) , e “Storia dell’Anabattismo, da Munster ai giorni nostri” (1981).
Le vicende estremamente varie del dissenso anabattista vengono esposte dalle origini agli esiti ultimi, in un unico e vasto quadro che abbraccia nello spazio e nel tempo tutti i diversi gruppi anabattistici emersi in Europa nel secolo XVI e anche quei gruppi che direttamente ne discendono e sono riusciti a sopravvivere sino ai giorni nostri, come gli hutteriti e i mennoniti.
In un articolo scritto per la rivista "Segni dei Tempi" nel 1983, Gastaldi sintetizza le caratteristiche salienti del Movimento Anabattista: "L'anabattismo fu caratterizzato sin dalle sue origini da una esigenza di più radicale distacco dalle tradizioni della chiesa cattolica e di una più concreta ubbidienza alla parola di Dio sia riguardo alla “riforma “della chiesa che alla condotta dei suoi membri. Gli anabattisti si allontanavano dai riformatori su due punti fondamentali: 1. La chiesa doveva essere riformata sulla scorta della Sacra Scrittura ed anche senza il beneplacito delle autorità civili. 2. La comunità cristiana doveva essere costituita da cristiani confessanti ed osservanti. In conseguenza di questo ultimo principio, l'ingresso nella comunità cristiana doveva essere un atto volontario e responsabile che avrebbe dovuto trovare la sua espressione visibile nel battesimo degli adulti accompagnato dalla confessione di fede. La permanenza nella comunità doveva essere subordinata ad una condotta privata e pubblica coerente con la professione di fede e con i principi etici del Nuovo Testamento.

Il periodo milanese

Andato in pensione, nel 1972 si trasferisce a Milano, ove frequenta l'ambiente evangelico, e in particolare la Chiesa Battista di via Jacopino da Tradate 16. Nel 1978 è tra i promotori del Centro Culturale Protestante di Milano che nasce per iniziativa di tre realtà del protestantesimo storico milanese, la Chiesa valdese, la Chiesa metodista e la Chiesa evangelica battista. Ne diventa presidente per diversi anni. In questa sede tiene diverse conferenze, sia di argomento storico che teologico. Per sua volontà, unitamente a quella del cognato Aurelio Mauri Paolini, nasce la Biblioteca del Centro Culturale Protestante, che acquisisce, con donazioni, libri difficilmente reperibili di argomento teologico. Si adopera per un approccio ecumenico sia con il cattolicesimo, diventando il primo socio evangelico del nascente gruppo locale di Milano del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), sia con l'ebraismo, spingendo per il dialogo ebraico-cristiano.
“… Un capitolo importante dell'attività di un centro culturale è il dialogo interconfessionale. Il dialogo con i cattolici, il dialogo con l'ebraismo e oggi, con l'islamismo…. Un Centro culturale deve essere uno spazio aperto; non ci deve essere nemmeno il sospetto di proselitismo o propaganda; chi viene deve sentirsi a casa sua. Deve sentire che può dare e ricevere…”'' (conversazione di U, Gastaldi del 1992)
Tiene conferenze per il SAE, quali: “L'istanza della Riforma nel secolo XVI (1992), “Lo sviluppo frammentario della Riforma” (1993) , “È ancora tempo di profezia?” (1998).
Tiene dal 1994 al 1997 un ciclo di lezioni per operatori pastorali per la sezione "Ecumenismo e Dialogo" della Diocesi Milanese: “Dalla polemica alla diversità riconciliata”, (1994) e “Storia della comunione ecclesiale” (1997).

Altri interessi

Sempre attento alla crescita intellettuale e morale dei giovani, nel 1961 è presidente del Comitato di Casa C.A.R.E.S., un'opera evangelica indipendente fiorentina, nata come casa di accoglienza per ragazzi provenienti soprattutto dal meridione. Al fine di far conoscere l'opera cura la pubblicazione della rivista “L'Amico di Casa Cares”. Intensa la sua opera di predicatore, sia nella Chiesa battista che frequenta a Milano sia nella Chiesa valdese di Massello, amata valle di montagna ove trascorre i mesi estivi. Amante dell'arte fin da bambino, dipinge da autodidatta, sperimentando varie tecniche. Per il “Libero Evangelo” disegna le copertine con la tecnica della Xilografia. Molti sono i suoi quadri di argomento religioso. Gli ultimi anni della sua vita li dedica ad approfondire il tema “La vita eterna”, perché “…ormai non si può più guardare al passato, ma bisogna pensare al futuro…”
Buona parte del lascito di appunti, articoli e conferenze, sermoni, è conservato presso Archivio Storico Valdese, Torre Pellice, Fondo Ugo Gastaldi. La sezione della biblioteca personale dedicata all'Anabattismo è stata donata alla biblioteca del Centro Culturale Protestante, Milano.

Marco Jourdan
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Marco Jourdan - Fin dai primi tempi (presentato da Paul Krieg)

Marco Jourdan, in servizio come diacono nella Chiesa valdese per decenni, è stato coinvolto a Casa Cares durante il periodo della sua fondazione a Villa Favard (1962-65). Come volontario è stato assegnato la responsabilità per un gruppo di bambini piccoli. Questa esperienza lo ha aperto a anni di lavoro per l'infanzia, diventando infine direttore dell'Istituto Gould, l'istituto valdese per ragazzi a Firenze. In questa posizione ha vissuto da vicino Casa Cares quando si è traslocata alla Villa Strozzi situata a due chilometri distanti tra loro, sui due lati opposti di Porta San Frediano, una delle porte storiche della città. Negli anni 1965-1970 i contatti tra Gould, Casa Cares e Ferretti, la casa delle ragazze gestite anche dai valdesi erano frequenti.

Il trasferimento di Casa Cares a Reggello ha diminuito i contatti ma il rapporto è rimasto intatto. Negli anni di minore attività alla Villa I Graffi dal 1973-83, la comunità valdese è rimasta coinvolta nei campi e nelle discussioni sul futuro della proprietà. Quando la donazione della proprietà si stava sviluppando, Marco era la scelta logica come amministratore della transizione. Il coinvolgimento di Marco con il centro è continuato come presidente del comitato negli anni della fondazione di Casa Cares come Casa per ferie, che ha aperato la sua porta nel 1983, un servizio che era stato inaugurato anche a Gould. quando l'assistenza istituzionale per minori terminava.

Quando Antoinette ed io arrivammo con i nostri bambini nella primavera del 1985 su invito della Tavola Valdese, fu Marco ad accoglierci e ospitarci nella sua casa. La nostra integrazione nella chiesa e nel lavoro dell'ospitalità è ora impossibile da immaginare senza la guida e il sostegno del comitato sotto la guida di Marco. Gradualmente per molti mesi si è liberato delle sue responsabilità di Casa Cares mentre diventavamo più sicuri nel nostro lavoro a Reggello.

Poco dopo il nostro ritorno un'organizzazione formale per i diaconi valdesi e metodisti si stava evolvendo. Già nel 1986 a Casa Cares si tenne il primo di una serie di seminari per i diaconi con l'idea di fornire un format per la formazione continua e un milieu per la cooperazione e il supporto reciproco. Questi erano anche anni, grazie alla guida di Marco, che un programma fu avviato a Gould per formare giovani diaconi per la chiesa.

Un passo pratico verso la nostra separazione da Marco è venuto naturalmente quando la Tavola Valdese gli ha assegnato il compito di rinnovare un hotel a Roma, che è stato donato ai valdesi dalla chiesa tedesca. Questo è stato un compito enorme, ostacolato anche dalla mancanza di cooperazione da parte delle autorità pubbliche romane. Dopo alcuni anni, Marco si trovò a Palermo, dove il celebre centro ecclesiastico La Noce aveva urgente bisogno di un drastico intervento amministrativo. Ancora una volta ha avuto successo e gli ho detto che mi chiedevo se il seguente incarico sarebbe stato in Tunisia!

Invece agli inizi degli anni '90 si è spostato al nord, chiamato alle Valle valdesi quando la chiesa decise di istituire un secondo organo amministrativo, per lavorare mano nella mano con la Tavola, nella forma della Commissione sinodale per Diaconia.

I suoi vari compiti in vari contesti nel corso degli anni sono stati molto impegnativi, tra cui prendere decisioni che non potevano piacere a tutti. Ci sono voluti coraggio e visione. Attraverso tutti questi sviluppi e tempi e nonostante la distanza, abbiamo percepito sempre il sostegno di Marco per il lavoro di Casa Cares e non abbiamo esitato a consultarlo quando necessario. Sapendo che era un collega solo una telefonata distante era una benedizione per il nostro impegno per la chiesa.


Marco Jourdan - Since Casa Cares began (presented by Paul Krieg)

Marco Jourdan, in service as deacon in the Waldensian Church for decades, first became involved at Casa Cares during the period of its inception at the Villa Favard (1962-65). As a volunteer he was assigned the responsibility for a group of small boys. This experience opened him to years of child care work, eventually becoming the director of Istituto Gould, the Waldensian boys' home in Florence. In this position he experienced Casa Cares closely as the move to the Villa Strozzi located the two institutes only a couple chilometers distant from each other, on opposite sides of Porta San Frediano, one of the historical gates to the city. In the years 1965-1970 contact between Gould, Casa Cares, and Ferretti, the Waldensian-run girls' home was frequent.

The move of Casa Cares to Reggello lessened contact but the relationship remained intact. In the years of less activity at the Villa I Graffi, the Waldensian community remained involved with camps and in the discussions on the future of the property. When the donation of the property was developing, Marco was a logical choice as administrator of the transition. Marco's involvement with the center continued as president of the board in the foundation years of Casa Cares as a guest facility beginning its ministry in 1983, a service that had also been inaugurated at Gould as the changing times transformed and reduced the need for institutional care for children and youth.

When Antoinette and I arrived with our children in spring of 1985 at the invitation of the Tavola Valdese, it was Marco who welcomed us and hosted us in his home. Our integration into the church and into the work of hospitality is now impossible to imagine without the guidance and support of the board under Marco's leadership. Gradually over many months he freed himself of his Casa Cares responsibilities as we became more secure in our work in Reggello.

Shortly after we returned a formal organization for Waldensian and Methodist churchworkers was evolving. Already in 1986 the first of a number of meetings of deacons was held at Casa Cares with the idea of providing a format for on-going training as well as a mileau for cooperation andmutual support. These were also years, thanks to Marco's guidance, that a program was initiated at Gould to train churchworkers.

A practical step toward our separation from Marco came naturally when the Tavola Valdese assigned to him the task of renovating a hotel in Rome which was donated to the Waldensians by the German church. This was a huge task, hindered also by the lack of cooperation from the Roman public authorities. After a few years Marco found himself in Palermo, where the highly regarded church center La Noce was in urgent need of drastic administrative intervention. Again he was successful and I told him I wondered if the following assignment would be in Tunisia!

Instead this time he headed north to become involved when the church decided to establish a second administrative organ, one for social services, to work hand in hand with the Tavola, in the form of a Synodical Commission for Diaconia.

His various tasks in various settings over the years were very challenging, including making decisions that could not please everyone. It took courage and vision Through all these developments and times and despite the distance, we sensed always Marco's support for the work of Casa Cares and did not hesitate to consult with him when needed. Knowing that he was a colleague only a phone call away was a blessing in our service for the church work.

Robert and Marianne McConnell
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Ricordando Marianne e Bob McConnell, la storia di mia madre e papà

Mamma e papà si incontrarono in un campo di Young Life, la mamma si era laureata al Wheaton College e papà al Seminario Teologico di Dallas. Ricordo che mamma mi disse che si era seduta accanto a un paio di scarpe al limite del campo da baseball quando papà venne a prenderle e le fece l'occhiolino. Più tardi quella sera scoprì che lei lo avrebbe accompagnato cantando.

Poco dopo la mia nascita, nel 1947, furono mandati in una missione in Nigeria, in Africa, vicino a Kaduna. Papà ha costruito la nostra casa con paglia fatta a mano e mattoni di fango.

Sfortunatamente, ho presto sviluppato la malaria e ai miei genitori è stato detto che dovevano andarsene perché non c'era poco speranza di riprendermi.

Sul loro volo di ritorno dall'Africa, si fermarono a visitare mia zia Margaret e lo zio Homer Payne che dirigevano una scuola biblica a Vevey, vicino a Losanna Svizzera. Lì incontrarono Febe Giolitto da Torino che li esortò a non rinunciare alla loro chiamata di essere missionari, ma a incassare il resto dei biglietti aerei e trasferirsi a Torino. Questo fu subito dopo la seconda guerra mondiale quando la nuova libertà di religione divenne legge in Italia, le bibbie furono autorizzate a essere stampate in lingua italiana.

Ci siamo trasferiti a Torino, dove i miei hanno lavorato con i giovani delle Assemblee dei Fratelli. Ricordo i nomi di Pio Gai, Gioele Mongiovetto, Maria Cicerone e posti come Piverone, Torre Pellice e Le Valli Valdesi. Il professore Domenico "Puccio" Maselli era anche tra i giovani di quei tempi. Dan (1949) e Betti (1951) sono nati a Torino.

Tra i giovani che frequentavano la chiesa protestante di Torino, c'era un soldato italiano dal Sud, al servizio del suo tour nel nord Italia. Era abruzzese e disse a papà quello del grande bisogno nel sud Italia. Una missionaria britannica, la signora Stockman, che viveva a Pescara, aveva tragicamente perso un collega missionario in servizio ad Ancona solo pochi mesi prima.

Ci trasferimmo a Pescara, in Abruzzo, dove papa predicava in varie piccole chiese cittadine dei Fratelli (Fratelli) e in case private. Sylvia (1953), Gioia (1956) e Tucci (1957) sono nati a Pescara. Fu allora che incontrai per la prima volta i genitori di Avernino quando papà predicò a Gissi e passammo la notte nella casa di Di Croce.

Un benefattore ha pagato un carico di bambini per andare in un campo estivo in Svizzera. Fu allora che papà si rese conto di quanto gli piacesse lavorare con i bambini invece di essere usato da i Comunisti per combattere la DC, Democrazia Cristiana.

Mamma e papà sono stati invitati all'Istituto Giuseppe Comandi a Firenze, dove papà è diventato il direttore spirituale, condividendo le responsabilità con Giannunzio Artini. I miei genitori hanno portato con sé Maria e Michele dalle montagne del Gran Sasso per aiutare a gestire le attività agricole di Comandi. Presto Vittorio, sua moglie e sua figlia vennero anche a lavorare la terra. Comandi era una fattoria funzionante con maiali, colture da frutto, olive e pomodori. Maria a quel tempo ha fatto la salsa di pomodoro per l'uso durante l'inverno. Vittorio coltivava alberi da frutta e allevava maiali, mentre Maria e Michele si prendevano cura delle mucche da latte. Walter Cecchetti ha fatto il pane a mano nella Madia. Abbiamo svolto attività di tutoring nella meccanica dei negozi e nella riparazione delle calzature imparando a creare utensili semplici e tagliare le suole in cuoio. Basket, pallavolo e, naturalmente, calcio erano i nostri sport preferiti e le partite di pallone contro il Gould alimentano la nostra competitività.

Il numero di quelli che vivevano a Comandi crebbe fino a circa ottanta persone con tutti i ragazzi che condividevano una grande stanza all'ultimo piano, la camerata durante l'epidemia di influenza. Dan era l'unico ragazzo sano. La mamma suonava gli LP di Scheherazade, Dvorak Synonymy dal New World, il Topolino della Disney, Dopey e le altre nane dei minatori per il divertimento di tutti.

La musica e le meditazioni sono stati eventi regolari della nostra vita a Comandi. Le registrazioni di duetti canori di papà con Bob Jones e I Ragazzi del Comandi sono state trasmesse oltre la cortina di ferro attraverso Radio Free Europe. Gina Rotatori si è unita a noi in quel momento. Si era presa cura di un anziano signore che era morto da poco. Amavamo osservarla mentre si lavava i lunghi capelli in un grande secchio all'esterno, asciugandosi e legandoli tutti in un panino al fascino di tutti noi bambini. Era una grande nonna per tutti noi, specialmente quando lei canticchiava un inno e ci ricordava di comportarsi bene.

Avevamo tutti i capelli tagliati corti e indossavamo grembiuli grigi per farci sembrare tutti uguali. Ho dimenticato il nome del sorvegliante che si è preso cura di noi all'inizio, ma ricorda Stewart che si è unito a noi in attesa di permessi per entrare in Israele. Ha finito per rimanere diversi anni per fare il tutor e per disciplinarci durante i compiti, ma ci mostra anche i film di Charlie Chaplin e Oliver & Hardy che ha ottenuto tramite USIS. Passeggiate in città per visitare i musei, escursioni a Monte Morello e in tutta la cura di dare sono stati i suoi doni. La domenica camminavamo tutti in fila fino alla Chiesa dei Fratelli in Via Vigna Vecchia. I campi estivi furono ospitati a Poggio Ubertini con doposcuola previsto per quelli di noi che eravamo bocciati un argomento o più. Walter Cecchetti ha fornito storie serali nella nostra camera da letto con la ricostruzione dei suoi film sulla seconda guerra mondiale


Recalling Marianne and Bob McConnell, my Mom and Dad’s story

(presented by Stephen McConnell)

Mom and Dad met at a Young Life camp, Mom had graduated from Wheaton College and Dad from Dallas Theological Seminary. I remember Mom telling me she had sat down next to a large pair of shoes at the edge of the ball field when Dad came by to pick them up and winked at her. Later that evening she found out that she would accompany him singing.

Soon after my birth in 1947, they were sent to a mission in Nigeria, Africa, near Kaduna. Dad built our house from handmade straw and mud bricks. Unfortunately, I soon developed malaria and my parents were told that they should leave as I was not going to recover.

On their return flight from Africa, they stopped to visit my Aunt Margaret and Uncle Homer Payne who were directing a bible school in Vevey, near Lausanne Switzerland. There they met Febe Giolitto from Torino who urged them to not give up on their call to be missionaries, but to cash in the rest of their air tickets and move to Torino. This was soon after WWII when new freedom of religion had become law in Italy, bibles were allowed to be printed in the Italian language.

We moved to Torino where my folks worked with the youth of the Brethren Assemblies. I remember the names of Pio Gai, Gioele Mongiovetto, Maria Cicero, Piverone, Torre Pellice, and Le Valli Valdesi. Professore Domenico “Puccio” Maselli was also among the giovani of those times. Dan (1949) and Betti (1951) were born in Torino.

Among the young people attending the protestant church in Torino, was an Italian soldier from the South, serving his tour in Northern Italy. He was from the Abruzzi and told Dad that of the great need in southern Italy. A British missionary, Mrs Stockman, who lived in Pescara, had tragically lost a fellow missionary serving in Ancona. just a few months earlier.

We moved to Pescara, in the Abruzzi where Dad preached in various small town churches of the Brethren (Fratelli) as well as in private homes. Sylvia (1953), Gioia (1956) and Tucci (1957) were born in Pescara. This is when I first met Avernino’s parents when Dad preached in Gissi and we spent the night in the Di Croce home.

A benefactor paid for a car load of kids to go to a summer camp in Switzerland. That is when dad realized how much he liked working with kids instead of being used by i Comunisti to battle la DC, Democrazia Cristiana.

Mom and Dad were invited to Istituto Giuseppe Comandi in Florence where Dad became the spiritual director, sharing responsibilities with Giannunzio Artini. My parents took with them Maria and Michele from the Gran Sasso mountains to help run the farming activities at Comandi. Soon Vittorio, his wife and daughter came to also work the land. Comandi was a functioning farm with hogs, fruit crops, olives and tomatoes. Gina made tomato sauce for use during the winter. Vittorio grew crops and tended the fruit trees and raised hogs, while Maria and Michele took care of the milk cows. Walter Cecchetti made bread by hand in la madia. We had tutoring in shop mechanics and shoe repair learning to make simple tools and cut leather soles. Basketball, volley ball and of course soccer where our favorite sports with partite di pallone contro il Gould fueling our competitiveness.

The number of those living at Comandi grew to about eighty people with all the boys sharing a big room on the top floor, la camerata during the influenza epidemic. Dan was the only healthy boy. Mom played LP's of Scheherazade, Dvorak Synonymy from the New World, Disney’s Mickey mouse, Dopey and the other miner dwarfs for everybody’s enjoyment.

Music and meditazioni were regular events of our life at Comandi. Recordings of Dad singing duets with Bob Jones, and I Ragazzi del Comandi, were broadcast over the iron courtain via Radio Free Europe. Gina Rotatori joined us at that time. She had been taking care of an elderly gentleman who had recently passed away. We loved to watch her wash her long hair in a large bucket outside, drying and tying it all up in a bun to the fascination of all of us children. She was a great Nonna to all of us, specially when she hummed a hymn and reminded us to behave. We all had our hair cut short and wore grey grembiule so that we all would look the same. I forget the name of the sorvegliante who took care for us at the beginning, but remember Stewart who joined us while waiting for permits to enter Israel. He ended up staying several years to tutor and discipline us during homework, but also showing us Charlie Chaplin and Oliver & Hardy movies he obtained through USIS. Walks to town to visit the museums, hikes to Monte Morello and all around care giving were his gifts. On Sundays we walked tutti in fila to the Chiesa dei Fratelli in Via Vigna Vecchia. Summer camps were hosted in Poggio Ubertini with doposcuola provided for those of us who had bocciato a subject or more. Walter Cecchetti provided evening stories in our bedroom with reenactment of second world war movies he had seen with his dad, complete with very realistic German Panzer tank noises.

A Swiss woman joined to care for the children and soon was followed by more who came to care for a particular age group. Some stayed for more than a year, always replaced by more willing to give their best for the children.

My sister Susi was born in 1959 and as my other sisters were growing in age, other boys’ sisters were accepted and soon Mina, Rosaria, Gelsomina and more came to live with my sisters Betti, Sylvia and Gioia.

The Ecumenical Movement, including contact with the catholic Focolarini, as well as such things as the presence of young women living with the boys under the same roof created tension internally. Because of this my parents were asked to leave Comandi. A circle of friends who supported my parents founded the Comitato Assistenza Ragazzi e Studenti—Casa Cares was born.

The Waldensian church provided temporary quarters in downtown Firenze. The families of US service men and women serving at Camp Darby in Livorno as well as the airbase in Aviano, in Northern Italy, helped with cots, blankets and later donated an enormous cook stove. With financial aid received from my grandmother’s inheritance and several elders of the churches in Piemonte where mom and dad had worked when first arriving in Italy, a lease was obtained which enabled the move from Comandi.

Coincidentally, at that time a catholic home for boys was relocating to new quarters and the Villa Favard in Via Aretina became available. La Signora Nunzi was part of the support group during those days, connecting us with a cook from Poland who together with Mimmo's dad cooked us extraordinary meals.

La Signora Cesarina Targetti, with her husband and sons started several occupations for i ragazzi grandi. We raised chinchilla in the basement, and twisted strands of Christmas lights in the basement. Maestripieri, both the father and son gave financial administration help with Miriam Nannucci providing the administrative work. Maselli, Platone, Gastaldi, Lenti, Ruffa, Gioele Mongiovetto are the names which come easily to mind, but many more provided financial and administrative direction. I often saw Elena Maclachlan turn over the empty the cash box only to be refilled the next day with gifts from many many Sunday schools and other church offerings from the USA, Switzerland, Germany, England - all over the World, literally.

I cannot recall how Nuvolina arrived, but she soon brought a connection through Mike with the students from Stanford University who became friends of Casa Cares, organizing Christmas parties, with gifts for all of us and early Joan Baez and Woody Guthrie folksinging.

In 1965 we had to move because Villa Favard was sold. The Villa Strozzi on Via Pisana became the new site.

Al Landes, one of the first young US volunteers, soon had a choir going with delightful performances, often joined by il Maestro and his voice students including my brother Dan.

I ragazzi grew in number and age as did the bambine. Certainly Dad’s distractions grew wilder. Mom and Betti traveled to the USA where Dad briefly joined them before deciding to remain there. The Comitato then asked Sandy Anderson and his wife to take over the directorship of Casa Cares, soon followed by Paul Krieg. The staff grew in diversity to include graduating students from the USA as well as the women from Switzerland and Austria.

My life has been immensely enriched by these experiences. I am grateful to God for the men and women who colored my life in Italy, as friends, brothers and sisters..

I left Casa Cares the day after Christmas of 1967


Ich erinnere mich an Marianne und Bob McConnell, die Geschichte meiner Mutter und meines Vaters

Mama und Papa trafen sich in einem Young-Life-Camp, Mom hatte ihren Abschluss am Wheaton College und am Dad vom Theologischen Seminar in Dallas. Ich erinnere mich, dass Mom mir erzählte, dass sie sich neben einem großen Paar Schuhe am Rande des Ballfeldes gesetzt hatte, als Dad vorbeikam, um sie abzuholen und ihr zuzwinkerte. Später am Abend fand sie heraus, dass sie ihn singen begleiten würde.

Kurz nach meiner Geburt im Jahr 1947 wurden sie zu einer Mission in Nigeria, Afrika, in der Nähe von Kaduna geschickt. Papa hat unser Haus aus handgefertigten Stroh- und Lehmziegeln gebaut. Leider bekam ich bald Malaria und meinen Eltern wurde gesagt, dass sie gehen sollten, da ich mich nicht erholen würde.

Auf ihrem Rückflug von Afrika hielten sie an, um meine Tante Margaret und Onkel Homer Payne zu besuchen, die eine Bibelschule in Vevey bei Lausanne Schweiz leiteten. Dort trafen sie Febe Giolitto aus Turin, der sie aufforderte, ihren Auftrag, Missionare zu sein, nicht aufzugeben, sondern den Rest ihrer Flugtickets abzubuchen und nach Turin zu ziehen. Das war kurz nach dem Zweiten Weltkrieg, als neue Religionsfreiheit in Italien Gesetz wurde, Bibeln durften in der italienischen Sprache gedruckt werden.

Wir zogen nach Turin, wo meine Leute mit der Jugend der Brethren Assemblys arbeiteten. Ich erinnere mich an die Namen von Pio Gai, Gioele Mongiovetto, Maria Cicero, Piverone, Torre Pellice und Le Valli Valdesi. Professor Domenico "Puccio" Maselli war auch unter den Giovani jener Zeiten. Dan (1949) und Betti (1951) wurden in Turin geboren.

Unter den Jugendlichen, die die protestantische Kirche in Turin besuchten, war ein italienischer Soldat aus dem Süden, der seine Tour in Norditalien absolvierte. Er stammte aus den Abruzzen und erzählte Dad von der großen Not in Süditalien. Eine britische Missionarin, Frau Stockman, die in Pescara lebte, hatte auf tragische Weise einen Missionar in Ancona verloren. nur ein paar Monate zuvor.

Wir zogen nach Pescara, in die Abruzzen, wo Papa in verschiedenen kleinen Kirchen der Bretonen (Fratelli) sowie in Privathäusern predigte. Sylvia (1953), Gioia (1956) und Tucci (1957) wurden in Pescara geboren. Als ich Averninos Eltern das erste Mal begegnete, als Dad in Gissi predigte, verbrachten wir die Nacht in der Di Croce-Wohnung. Ein Gönner bezahlte für eine Wagenladung von Kindern, um in ein Sommerlager in der Schweiz zu gehen. Das war der Zeitpunkt, an dem Papa realisierte, wie gern er mit Kindern arbeitete, anstatt von i Comunisti für den Kampf gegen die DC, Democrazia Cristiana, benutzt zu werden

Mama und Papa wurden zum Istituto Giuseppe Comandi in Florenz eingeladen, wo Dad der geistliche Leiter wurde und sich mit Giannunzio Artini zusammenarbeitete. Meine Eltern nahmen Maria und Michele aus dem Gran Sasso mit, um die landwirtschaftlichen Aktivitäten in Comandi zu leiten. Bald kamen Vittorio, seine Frau und seine Tochter, um auch das Land zu bearbeiten. Comandi war eine funktionierende Farm mit Schweinen, Obst, Oliven und Tomaten. Gina hat Tomatensauce für den Winter gemacht. Vittorio baute Getreide an und kümmerte sich um die Obstbäume und hob Schweine, während Maria und Michele sich um die Milchkühe kümmerten. Walter Cecchetti machte in la madia Brot von Hand. Wir hatten Nachhilfe in Ladenmechanik und Schuhreparatur lernen, um einfache Werkzeuge zu machen und Ledersohlen zu schneiden. Basketball, Volleyball und natürlich Fußball, wo unsere Lieblingssportarten mit Partidi di Pallone contro il Gould unsere Wettbewerbsfähigkeit stärken.

Die Zahl der in Comandi lebenden Menschen wuchs auf etwa achtzig, und alle Jungen teilten sich während der Grippeepidemie ein großes Zimmer im obersten Stockwerk, la camerata. Dan war der einzige gesunde Junge. Mutter spielte LPs von Scheherazade, Dvorak Synonymy von der Neuen Welt, Disneys Mickey Maus, Dopey und die anderen Minen Zwerge für jedermanns Vergnügen.

Musik und Meditazioni waren regelmäßige Ereignisse unseres Lebens bei Comandi. Aufnahmen von Dad, der mit Bob Jones und mit Ragazzi del Comandi singt, wurden über Radio Free Europe über den eisernen Vorhang übertragen. Gina Rotatori kam zu dieser Zeit zu uns. Sie hatte sich um einen älteren Herrn gekümmert, der kürzlich verstorben war. Wir liebten es zuzusehen, wie sie ihre langen Haare in einem großen Eimer nach draußen wusch, trocknete und alles zu einem Knoten zusammenklebte, um die Faszination aller Kinder zu wecken. Sie war eine große Nonna für uns alle, besonders als sie eine Hymne summte und uns daran erinnerte, sich zu benehmen.

Wir hatten alle unsere Haare kurz geschnitten und trugen grauen Grembiule, so dass wir alle gleich aussehen würden. Ich vergesse den Namen der sorvegliante, die sich zu Beginn um uns gekümmert hat, aber denken Sie daran, dass Stewart sich uns angeschlossen hat, während wir auf Genehmigungen für die Einreise nach Israel warteten. Er blieb mehrere Jahre, um uns während der Hausaufgaben zu unterrichten und zu disziplinieren, zeigte uns aber auch Filme von Charlie Chaplin und Oliver & Hardy, die er über USIS erhalten hatte. Spaziergänge in die Stadt, um die Museen zu besuchen, Wanderungen zum Monte Morello und rund um die Pflege waren seine Geschenke. Sonntags gingen wir Tutti in Fila zur Chiesa dei Fratelli in Via Vigna Vecchia. Sommerlager wurden in Poggio Ubertini mit Doposcuola für diejenigen von uns, die Bocciato ein Thema oder mehr hatten, veranstaltet. Walter Cecchetti lieferte Abendgeschichten in unserem Schlafzimmer mit der Nachstellung von Filmen aus dem zweiten Weltkrieg, die er mit seinem Vater gesehen hatte, komplett mit sehr realistischen deutschen Panzerpanzern.

Eine Schweizerin schloss sich an, um sich um die Kinder zu kümmern und bald folgten weitere, die kamen, um sich um eine bestimmte Altersgruppe zu kümmern. Einige blieben mehr als ein Jahr und wurden immer durch mehr Bereitschaft ersetzt, für die Kinder ihr Bestes zu geben. Meine Schwester Susi wurde 1959 geboren und als meine anderen Schwestern älter wurden, wurden andere Jungenschwestern akzeptiert und bald kamen Mina, Rosaria, Gelsomina und mehr zu meinen Schwestern Betti, Sylvia und Gioia.

Die ökumenische Bewegung, einschließlich des Kontakts mit der katholischen Fokolarini, sowie die Anwesenheit von jungen Frauen, die mit den Jungen unter einem Dach lebten, erzeugten innere Spannungen. Aus diesem Grund wurden meine Eltern gebeten Comandi zu verlassen. Ein Freundeskreis, der meine Eltern unterstützte, gründete die Comitato Assistenza Ragazzi e Studenti-Casa Cares.

Die Waldenserkirche stellte einstweilige Unterkünfte in der Innenstadt von Firenze zur Verfügung. Die Familien der US-Militärangehörigen, die im Camp Darby in Livorno und auf dem Flugplatz in Aviano in Norditalien Dienst taten, halfen mit Babybetten, Decken und spendeten später einen riesigen Kochherd. Mit finanzieller Hilfe aus dem Erbe meiner Großmutter und mehreren Ältesten der piemontesischen Kirchen, in denen Mama und Papa bei ihrer Ankunft in Italien gearbeitet hatten, wurde ein Pachtvertrag abgeschlossen, der den Umzug aus Comandi ermöglichte.

Zufälligerweise zog zu dieser Zeit ein katholisches Heim für Jungen in neue Quartiere um und die Villa Favard in Via Aretina wurde frei. La Signora Nunzi war damals Teil der Unterstützungsgruppe und verband uns mit einer Köchin aus Polen, die zusammen mit Mimmos Vater außergewöhnliche Mahlzeiten zubereitete.

La Signora Cesarina Targetti, mit ihrem Mann und ihren Söhnen begann mehrere Berufe für I Ragazzi Grandi. Wir haben Chinchilla im Keller aufgezogen und Lichterketten im Keller gedreht. Maestripieri, sowohl der Vater als auch der Sohn, gaben finanzielle Verwaltungshilfe bei Miriam Nannucci, der die administrative Arbeit übernahm. Maselli, Platone, Gastaldi, Lenti, Ruffa, Gioele Mongiovetto sind die Namen, die leicht in den Sinn kommen, aber viele mehr zur Verfügung gestellt finanzielle und administrative Richtung. Ich sah oft, wie Elena Maclachlan die leere Kasse ausgab, um sie am nächsten Tag mit Geschenken aus vielen Sonntagsschulen und anderen kirchlichen Angeboten aus den USA, der Schweiz, Deutschland und England zu füllen - buchstäblich auf der ganzen Welt.

Ich kann mich nicht erinnern, wie Nuvolina ankam, aber sie brachte bald eine Verbindung durch Mike mit den Studenten der Stanford University, die Freunde von Casa Cares wurden, Weihnachtsfeiern organisierten, mit Geschenken für uns alle und frühes Joan Baez und Woody Guthrie.

1965 mussten wir umziehen, weil Villa Favard verkauft wurde. Die Villa Strozzi in der Via Pisana wurde zum neuen Standort.

Al Landes, einer der ersten jungen Freiwilligen aus den USA, hatte bald einen Chor mit wunderbaren Auftritten, oft mit dem Maestro und seinen Sprachschülern, darunter mein Bruder Dan.

I Ragazzi wuchs in Anzahl und Alter wie das Bambine. Bestimmt wurden Dads Ablenkungen wilder. Mama und Betti reisten in die USA, wo Dad sich kurz zu ihnen gesellte, bevor sie sich entschied, dort zu bleiben. Das Comitato bat dann Sandy Anderson und seine Frau, die Leitung von Casa Cares zu übernehmen, bald gefolgt von Paul Krieg. Die Belegschaft wuchs in der Vielfalt um Absolventen aus den USA sowie die Frauen aus der Schweiz und aus Österreich. Mein Leben wurde durch diese Erfahrungen immens bereichert. Ich bin Gott dankbar für die Männer und Frauen, die mein Leben in Italien geprägt haben, als Freunde, Brüder und Schwestern. Ich verließ Casa Cares am Tag nach Weihnachten 1967

Gina Rotatori
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Ginevra Rotatori (presentata da Richard Blasczyk)

La prima volta che incontrai la signora Gina fu nel 1959 all’Istituto Comandi. La “Gina“, come tutti la conoscevamo, aveva i capelli bianchi (brizzolati) quando la incontrai davanti al portone di quell'istituto per ragazzi patrocinato dalla Chiesa dei Fratelli di Firenze. Al collo aveva Susi (2 anni) e Tucci si nascondeva dietro le sue sottane. Questi due bambini erano i figli più giovani del direttore Robert McConnell. Pensavo che fosse la loro nonna…veramente, per come si dimostrò, fu la nonna di tutti i Caresini. La Signora Gina, mi ricordo, aveva la mansione di accudire quei due piccoli e aiutare il cuoco in cucina. Ogni tanto la vedevo a “tirare il collo alle galline” e alla pulitura dalle penne. Dovete sapere che l’istituto Comandi aveva un piccolo allevamento di polli e un grande forno a legna per fare il pane. Ogni volta che giravi la testa non mancavi mai di vedere la Gina che si dava da fare. Pensavo che lei fosse il vero direttore! Un giorno invitò mio fratello Adam ad ammazzare un pollo ma sfortunatamente, gira e rigira, il collo gli rimase in mano. Da quel momento la mansione di uccidere I polli fu solo della Gina.

Ogni tanto, quando si sentiva stanca, si sedeva vicino al portone dell’istituto e leggeva la Bibbia ad alta voce mentre noi ragazzi giocavamo a palline (marbles). Lei suonava sempre il campanello per le ore del pasto e della sveglia ed era sempre la prima a preparare la sala del culto la domenica. Insomma era proprio un pilastro indispensabile per l’andamento della casa. Un giorno, mentre leggeva la Bibbia, gli chiesi che cosa aveva fatto prima di Casa Cares (avevo confidenza ma non le mancavo di rispetto perché era diventata amica della mia nonna). Mi disse che aveva fatto la contadina e per guadagnare qualche soldino aveva venduto il giornale l'Unità, ma quando aveva sentito il messaggio evangelico del Direttore Robert McConnell si era convertita, accettando Cristo come suo Salvatore e vendendo il suo terreno e la casa per seguire il signor McConnell. Nel 1961 all’Istituto Comandi ci fu un cambiamento del Direttore. Non ne so il motivo ma la Chiesa dei Fratelli voleva un direttore nuovo che venisva dalla Puglia (una regione italiana del Sud). La Chiesa dei Fratelli scomunicò Robert Mc Connell e altri come la signora Targetti, Gioiele, Maselli. Circa 14 ragazzi vollero seguire McConnell. La Chiesa Metodista di Firenze li aiutò nel concedere provvisoriamente delle camere in via Vannini con uso cucina. La signora Gina fu promossa a cuoca mentre i ragazzi studiavano per gli esami scolastici. Uno dei figli di McConnell (Danny) fu ospite in casa di mia madr. La Gina con mia nonna si dava il cambio nel cucinare per questi ragazzi. Erano tempi terribili ma la strada si apriva per questa opera, tutte le preghiere venivano esaudite.

Pensate anche che le insegnanti che preparavano questi 14 ragazzi per gli esami scolastici non vollero nessun pagamento. Le collette per il futuro di Cares provenivano dalle chiese evangelica di tutta l’Italia e anche dall'estero per il sostentamento della Casa. Anche qui la Gina era un pilastro dell’opera, sempre pronta ad aiutarci. Nel 1962 ci si spostò in Via Aretina in una grandissima villa chiamata Favard con un vasto parco proprio di fronte alla caserma militare Lupi di Toscana. In questo luogo Cares aveva circa 150 ragazzi. La Signora Gina faceva la cuoca e la portinaia ma aveva anche la mansione di vendere ai ragazzi gelati e Coca Cola. La sua camera era situata proprio vicino al portone di entrata, con una bella poltrona fra il frigorifero del gelato e della Coca Cola. Leggere la bibbia e vendere i gelati solo ad ore determinate non era un lavoro semplice. Così, quando il tempo lo permetteva, durante la sera si poteva vedere la luce che filtrava sotto la porta della camera dove la Gina pregava e leggeva la Bibbia. Chiudevamo il portone piano piano e a passo felpato salivamo le scale che portavano alle nostre camerate. Il rispetto che portavamo per la SIGNORA GINA era indiscutibile. In via Aretina il Cares ebbe l’opportunità di coltivare un orto e non c’é da meravigliarsi che anche li la Gina curasse il terreno. Alla raccolta dei pomodori la cantina vicino alla cucina era usata per la spremitura e per fare il sugo. La Gina era lì e ordinava come fare in base alla sua esperienza. Un sugo così buono non ho mai avuto il privilegio di gustarlo altrove. ll profumo ti stordiva, specialmente a tavola con la pasta. Quando tutto a Cares funzionà alla perfezione (scuole elementari, asilo, scuole medie, scuole superiori ed università, tutte patrocinate dallo Stato Italiano dell’istruzione) al direttore venne l’idea di esporre un manifesto sulla strada principale con la scritta DIO E’ AMORE. La chiesa Cattolica non accettò questo tipo di pubblicità.

La padrona della villa ci sfrattò e fummo trasferiti in Via Pisana alla Villa Strozzi. Anche qui con l’aiuto delle chiese evangeliche e del professor Maselli ricominciammo con circa 50 ragazzi. Si doveva rifare la cucina, sverniciare le persiane, imbiancare I muri dei piani superiori e ricomporre tutti I letti e mobili. In cucina c’era un cuoco (Antonio, babbo di Mimmo) e Gina. Gli anni passavano veloci ma la Signora Gina non mi aveva mai dimenticato e anche quando ogni fine settimana venivo a visitare i miei amici al Cares non mancava mai di chiedermi notizie sui miei familiari. La sua Bibbia era diventata un librone con le lettere alte mezzo centimetro, ma il suo posto sulle sue ginocchia era sempre prenotato nei momenti di riposo.

Alla partenza di Robert McConnell il Cares si trasferì alla Villa Graffi a Reggello. Questa “Colonna Caresina” é stata molto importante per questi ragazzi giovani e per gli adulti, per i volontari e per le persone che visitavano Cares. La prima cosa che chiedevano era come stesse la Signora Gina. Purtroppo la struttura del corpo si indebolisce davanti alla forza dello spirito ed era giunto il momento di prendere riposo al Gignoro, una struttura della chiesa Valdese per gli anziani. In quel luogo il suo spirito ha lasciato il suo debole corpo. Molti esprimono un giudizio su di lei come un esempio di fede cristiana. Personalmente per me è un esempio di manifestazione del potere di Dio che non abbandona mai i suoi figli nei momenti di gioia o in quelli di dolore. Lui è sempre accanto a noi, basta guardarsi intorno. Questo e’ quello che la SIGNORA GINA ha insegnato a noi Caresini.


Ginevra Rotatori (presented by Paul Krieg)

Ginevra "Gina" Rotatori arrivò a Casa Cares su invito del pastore Robert McConnell che aveva conosciuto durante il suo ministero in Abruzzo. Ha sostenuto Bob a Casa Cares da Villa Favard in Via Aretina alla Villa Strozzi fino alla sua partenza nel 1967. A quel punto la sua devozione passò ad altri direttori e si trasferì con i ragazzi dalla Via Pisana alla Villa I Graffi a Reggello. Era una presenza importante per i ragazzi e per lo staff con cui lavorava con grande impegno, soprattutto in cucina, finché non aveva avuto bisogno di cura a Il Gignoro, la struttura valdese per anziiani a Firenze. Ha servito da esempio di fede cristiana. Avendo imparato a leggere fino a tardi nella vita per leggere le Scritture, ogni giorno si trovava fedelmente a leggerle.


Ginevra "Gina" Rotatori came to Casa Cares upon the invitation of Pastor Robert McConnell whom she had known during his ministry in Abruzzo. She supported Bob in Casa Cares from Villa Favard on Via Aretina to Villa Strozzi until his departure in 1967. At that point her devotion passed to other directors and she moved with the children from Via Pisana to the Villa I Graffi a Reggello. She was an importance presence for the children, staff and guests. She worked with impressive commitment, especially in the kitchen, until she needed the care of Il Gignoro, the Waldensian facility in Florence. She served as a example of Christian faith. Having learned to read late in life in order to read the Scriptures, daily she could be found reading them.

Rosa Steiner, Hedi Schmid
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Hedi Schmid - Rosi Steiner (presented by Paul Krieg)

Hedi Schmid and Rosi Steiner became acquainted with Casa Cares when Rosa's daughter, Antoinette, began a two-year period as a volunteer in the children's home, first in the Villa Strozzi and then in the Villa I Graffi. Hedi and Rosi met each other late in life after Rosi, already a widow for years, took responsibility for a small local church home for the elderly in Männedorf of the Lake of Zurich. Shortly after she arrived there, Hedi, who was a well known and beloved community nurse, joined her as the cook in the Altersheim.

They visited the children's home during vacations and began encouraging local friends, especially in the local Reformed Church, to materially support the work of Casa Cares. The themselves set the example with generous financial gifts. FRrom 1970-1972 and then from 1985-2010 they were the greatest benefactors on Casa Cares.

When Antoinette left the home, after her marriage to Paul move to the United States, understandably the contact was suspended during the years when Casa Cares closed from the mid-'70's until the mid-'80's. Contact and enthusiastic support returned when Antoinette and Paul accepted the invitation of the Waldensian Church to be responsibile for the newly formed guesthouse.

In the years to follow the dedication to the welfare of the Waldenian ministry maintained strength with the formation of a group of Swiss benefactors who annual made contributions through the Swiss Waldensian Circle of Friends (Freundeskreis). Beyond the financial support which was significant and essential, Hedi and Rosi convinced the local church to make material contributions such as many chairs the church no longer needed and other furniture as well as hand-knitted blankets. The chocolate they brought or sent first to the children and later to the volunteers wasgreatly appreciated also for the sense of support and encouragement. And when they visited they worked as hard as the best of volunteers!

The two ladies retired together, first to a private apartment, then to an apartment for the elderly, and finally to a nursing facility. Their own support continued until their deaths in 2009 (Hedi) and 2010 (Rosi) but the donations through the Waldensian Circle continued on.


Hedi Schmid - Rosi Steiner (presentate da Paul Krieg)

Hedi Schmid e Rosi Steiner hanno conosciuto Casa Cares quando la figlia di Rosa, Antoinette, ha iniziato un periodo di due anni come volontaria nell'istituto, prima a Villa Strozzi e poi a Villa I Graffi. Hedi e Rosi si sono incontrati tardi nella vita dopo che Rosa, già vedova da anni, si è assunta la responsabilità di una piccola casa di riposo della Chiesa Riformata di Männedorf sul Lago di Zurigo. Poco dopo il suo arrivo, Hedi, che era una ben nota e amata infermiera nel comune, si unì a lei come cuoca nell'Altersheim.

Hanno visitato Casa Cares durante le vacanze e hanno iniziato a incoraggiare gli amici locali, specialmente quelli della chiesa locale, a sostenere materialmente il lavoro di Casa Cares. Gli stessi danno l'esempio con generosi regali finanziari.

Quando Antoinette dopo il suo matrimonio con Paul partì e si trasferì negli Stati Uniti, comprensibilmente il contatto con Casa Cares fu sospeso durante quando l'istituto fosse chiuso dalla metà degli anni '70 fino alla metà degli anni '80. Il contatto e il sostegno entusiastico ritornarono quando Antoinette e Paul accettarono l'invito della Chiesa valdese ad essere responsabile per la foresteria appena formata.

Negli anni seguenti la dedizione al benessere del ministero valdese ha continuato a rafforzarsi con la formazione di un gruppo di benefattori svizzeri che hanno contribuito annualmente attraverso il Circolo Svizzero degli Amici Valdesi (Freundeskreis). Al di là del sostegno finanziario che era significativo ed essenziale, Hedi e Rosi convinsero la chiesa locale a dare contributi materiali come molte sedie che la chiesa non aveva più bisogno e altri mobili e coperte fatte a mano. La cioccolata che hanno portato o mandata prima ai bambini e poi ai volontari è stata molto apprezzata anche per il senso di sostegno e incoraggiamento. E quando hanno visitato hanno lavorato duramente come i migliori volontari!

Le due signore si ritirarono insieme, prima in un appartamento privato, poi in un appartamento per anziani e infine in una casa di riposo. Il loro sostegno è continuato fino alla loro morte nel 2009 (Hedi) e nel 2010 (Rosi), ma le donazioni attraverso il Circolo Valdese continuarono.


Hedi Schmid - Rosi Steiner (von Paul Krieg)

Hedi Schmid und Rosi Steiner lernten Casa Cares kennen, als die Tochter von Rosa, Antoinette, eine Zeit von zwei Jahren als Freiwillige im Kinderheim anfing, zuerst in der Villa Strozzi und dann in der Villa I Graffi. Hedi und Rosi trafen sich spät im Leben, nachdem Rosi, schon seit Jahren Witwe, in Männedorf am Zürcher See die Verantwortung für ein kleines Kirchenheim für ältere Menschen übernommen hatte. Kurz nachdem sie dort angekommen war, schloss sich Hedi, eine bekannte und beliebte Gemeindeschwester, als Köchin in Altersheim an.

Sie besuchten das Kinderheim in den Ferien und fingen an, lokale Freunde, vor allem in der lokalen Reformierten Kirche, zu ermutigen, die Arbeit von Casa Cares materiell zu unterstützen. Sie selbst haben mit großzügigen finanziellen Geschenken das Beispiel gegeben.

Als Antoinette nach ihrer Heirat mit Paul in die USA zog, wurde der Kontakt verständlicherweise in den Jahren unterbrochen, als Casa Cares von Mitte der 70er bis Mitte der 80er Jahre geschlossen wurde. Kontakt und begeisterte Unterstützung kehrten zurück, als Antoinette und Paul der Einladung der Waldenserkirche folgten, um für das neu gebildete Gästehaus verantwortlich zu sein.

In den folgenden Jahren behielt das Engagement für das Wohlergehen des Waldenserwerkes seine Stärke bei der Bildung einer Gruppe von Schweizer Wohltätern, die jährlich durch den Schweizer Freundeskreis beitrug. Jenseits der finanziellen Unterstützung, die bedeutsam und wesentlich war, überzeugten Hedi und Rosi die Ortskirche, materielle Beiträge zu leisten, wie zum Beispiel viele Stühle, die die Kirche nicht mehr benötigte, sowie andere Möbel und handgestrickte Decken. Die Schokolade, die sie zuerst den Kindern und später den Freiwilligen mitbrachten oder schickten, wurde auch für das Gefühl der Unterstützung und Ermutigung sehr geschätzt. Und als sie besuchten, arbeiteten sie genauso hart wie die besten Freiwilligen!

Die beiden Damen zogen sich zusammen zurück, zuerst in eine Privatwohnung, dann in eine Altenwohnung und schließlich in eine Pflegeeinrichtung. Ihre eigene Unterstützung dauerte bis zu ihrem Tod 2009 (Hedi) und 2010 (Rosi), aber die Spenden durch die schweizerische Waldenserhilfe wurden fortgesetzt.

Giulietta Nunzi Blaszczyk
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Giulietta Nunzi Blaszczyk (presentata da Richard Blaszczyk)

Era il 30 ottobre 2017 ed io, Riccardo Blaszczyk, parlai via telefono per l’ultima volta con mia madre Giulia Nunzi–Blaszczyk. Le dissi che il mio spirito era molto vicino al suo e che tutto avrebbe proceduto per il bene. "Sì, ti capisco, Riccardo, A PRESTO”. Questo è stato l’ultimo messaggio ricevuto da lei. Questo A PRESTO è la testimonianza che l’amore di una mamma non termina con la vita terrena ma procede anche dopo la morte.

Giulietta nacque a Firenze nel 1921 in una casa alla periferia di Fiesole. A quei tempi la levatrice del rione vestita di nero era responsabile nell’accudire tutte le future mamme (gli ospedali non erano raccomandati dal fatto che la mortalità infantile era molto elevata). Da qui viene il detto a Firenze di “preparare l’acqua calda”.

A quei tempi nel Comune di Firenze era usanza che tutti i nati fossero battezzati col rito cattolico nel Battistero in Piazza del Duomo. Così anche la mamma fu battezzata nella fonte battesimale vicino alla Maria Maddalena lignea del Maestro scultore Donatello (vi racconto tutte queste cose perché la mia mamma ha avuto il privilegio di essere fiorentina). Bisogna sapere che il dopoguerra a Firenze la situazione economica era molto difficile ed il sub-affitto era una cosa regolare, infatti si affittavano camere con uso cucina per mantenere una famiglia. In questa circostanza mio nonno affittò una stanza da una famiglia evangelica di nome Platania che presero a cuore la famiglia Nunzi. Infatti la mia mamma li chiamava “zii”. In Firenze le chiese evangeliche erano pochissime: I Battisti, I Fratelli, i Valdesi , gli Avventisti ed i Metodisti di Wesley. Quando la famiglia Nunzi si convertì al protestantesimo scelse i Metodisti perché la loro chiesa di culto era la più vicina.

Firenze era una delle città più amate in Italia dagli Inglesi, i quali si dedicavano anche ad una missione evangelica per alleviare le sofferenze dei poveri. Gli Inglesi evangelici progettarono una casa di cura chiamata “La Missione Medica” (una casa tipo CARES). Cure mediche, medicine e dottori erano disponibili senza pagamento. Richiedevano soltanto di ascoltare la lettura della Bibbia. In questo posto la Giulietta frequentava molto spesso le riunioni di studi biblici e aveva anche il tempo di giocare con le sue amichette.

Al compimento dei 18 anni (1939) confermò la sua fede nella chiesa Metodista in via dei Benci retta dal pastore Sbaffi. Scriveva molto a mio zio che era imbarcato sui sommegibili durante la seconda guerra mondiale esprimendo il desiderio di fare la missionaria come mezzo per aiutare il prossimo.

Nel 1940 si diplomò come insegnante di scuola elementare e gli furono proposte due scelte fra la Sicilia e la Calabria che rifiutò per motivi familiari. Nel frattempo si dedicava all’insegnamento come tutrice della famiglia Vedovato e a quella famiglia Orvieto, un parlamentare del Senato ed un assessore al comune di Firenze. In quei tempi di guerra le comunità evangeliche fiorentine sentivano il bisogno di fraternizzare e svolgevano due culti la settimana con gite sulle colline di Firenze e studi biblici, dando cosi’ l’opportunità alla comunità evangelica di crescere.

Giulietta, offrendo il suo supporto evangelico a queste povere famiglie, si trovò a Torino durante l’armistizio dell’Italia con gli Alleati in una situazione delicata dovendo avvertire i militari nelle caserme italiane a scappare perché l’arrivo delle forze tedesche era imminente. Molti si salvarono ma purtroppo alcuni furono presi e mandati nei campi di prigionia in Germania.

Ritornando a Firenze la situazione non era migliore. I partigiani facevano le loro azioni e le rappresaglie da parte dei tedeschi erano notevoli. Il mangiare era scarso, pane nero con altri tipi di farina veniva preparato dai forni. Mia nonna, conoscendo i tipi di erba commestibili, ne era sempre alla ricerca lungo la ferrovia di via Faentina. La mamma sempre faceva le fascine di legna per cucinare, e le bucce di patata e ipiselli erano cucinati per i pasti. "Altri tempi" si dirà oggi, ma con l’aiuto del Signore si affronta anche questo, diceva la mia nonna. Infatti quando le truppe tedesche si ritirarono da Firenze durante la notte passando sotto le finestre di casa mia mamma mi raccontava che era molto triste nel vedere questa gioventù, spesso di 15-16 anni, con fucili a tracolla, che non aveva la facoltà di capire e camminava a passo lento verso un destino... "Ama il prossimo tuo come te stesso, Riccardo, e sappi perdonare."

Mio padre Jozef Blaszczyk, soldato nel V corpo Polacco del Generale Andersen, reduce delle battaglie di Monte Cassino, Ancona, e Bologna, incontrò la Giulietta sul treno che da Forlì andava a Bologna. Come soldato in divisa inglese non era ben visto così lo spinsero fuori dal treno e dovette aggrapparsi alle maniglie del vagone passeggero. Mia madre l’aiutò a rientrare e da quel momento si sono innamorati... Mio padre essendo di religione Cattolica chiese il permesso di sposare una Evangelica al Cappellano della sua unità ma gli fu rifiutato. Lo sposalizio avvenne in ogni modo nella chiesa Metodista di Firenze. Nel frattempo, quando la linea Gotica fu conquistata dalle forze americane, il fratello della Giulietta arrivò a Firenze da Ceylon.

Dopo la nascita di Adam (mio fratello) nel 1947 Il governo Inglese assegnò alla famiglia un posto in Argentina perché, avendo mio padre rifiutato di rientrare in un Polonia comunista, non c’era altra scelta da proporre.

Il coraggio di mia madre nel superare questa prova è venuto dal credere che la volontà di Dio abbia un motivo che non é possibile esprimere. "Io sarò sempre con te, non ti preoccupare, quand'anche camminassi nella valle della morte io non temerei alcuno perché tu sei meco."

Riccardo è nato in Argentina. La salute della Giulietta non riusciva a migliorare così nel 1952 ritornò a Firenze con i suoi figli. Non avendo un passaporto italiano, il marito rimase ancora 3 anni in Argentina. E' proprio vero le vie del Signore sono infinite.

La Giulietta ora viveva in casa dei genitori a Firenze che da 5 persone divennero 8. Il mio povero fratello Adam fu trasferito all’istituto Evangelico Gould in via Serragli che aveva come direttore Ricca fino al 1955 quando mio padre ritornò. Non era facile per una mamma vedere e vivere in una famiglia quasi disintegrata. Mi ricordo che ogni settimana si andava a trovare mio fratello che non potevo vedere perché mi chiudevano il cancello e dovevo aspettare fuori. La visione di mia madre, sempre attiva con il Centro Evangelico, le dava conforto nel trovare sempre un rifugio nel Signore. "Ti basta solo la presenza della Tua ombra per sapere che Tu sei vicino a me". Queste sue parole mi risuonano nei momenti di difficoltà. "Riccardo, il Signore é il tuo migliore amico, nulla mai ti mancherà, ricordatelo".

Dal 1955 al 1958 Giulietta si trasferì a Torre del Gallo in un appartamento vicino al villaggio di Pian de Giullari dove morì Galileo Galilei. Questo penso era la ricompensa divina per la sua tenacia di credente.

Dato che era diventata una sindacalista, voce dei giornalisti, la sua buona volontà era conosciuta nel mondo artistico di Firenze. Pittori come Michelacci, Annigoni, e cantanti di opera lirica come Bechi e Giorgio Giorgetti venivano frequentemente alla Torre del Gallo. Anche le visite dai pastori metodisti per studi biblici erano frequenti: finalmente un po' di pace. La natura per i suoi due figli era diventata un campo di insegnamento di vita. La domenica si scendeva tutti a Firenze per il culto e la scuola domenicale

Nel 1959 Giulietta ritornò nella città di Firenze. Per il bene dei suoi figli decise di portarli all’Istituto Comandi. I figli erano troppo vivaci e essere chiusi in città era diventato pericoloso (dove potevano giocare? Come trovare dei comuni amici?). Al Comandi il direttore era Robert McConnell. Il programma educativo era molto buono ed inspirava alla dottrina evangelica alla quale mia madre era molto attaccata. Ogni domenica partecipava con noi al culto domenicale per poi ritornare a casa. Come figli si può dire che non ci era mancata mai la sua presenza.

Durante i translochi del CARES in via Vannini e poi in Via Aretina la Giulietta era molto presente nella vita caresina. Mi ricordo quando insegnava ai bambini come tenere cura dei vestiti, piegarli e prepararli per il giorno dopo. Con altre volontarie delle chiese evangeliche fiorentine e con la Signora Targetti si riunivano in lavanderia a pregare per poi cominciare a stirare o cucire i numeri sulla biancheria intima per identificare il suo proprietario (150 ragazzi...). Durante le feste speciali organizzava per i più piccoli dei giochi mentre il direttore insegnava a giocare a baseball. Mi ricordo che esisteva un armonia speciale intorno a questa opera Cares. Nicolino Pietoso aveva 5 anni: voleva usare la mazza da baseball e gridava "Dai, dai, signor Direttore, lanciami la palla!!! Canti lirici e concerti di musica classica venivano eseguiti almeno 3 volte all’anno nel grande salone della Villa Favard in via Aretina per educare i Caresini alla musica classica. I bis erano sempre dedicati al Barbiere di Siviglia quando cantavano Figaro. Questi “eventi speciale” si svolsero anche in via Pisana con la pianista Rosa Scarlino e altri suoi colleghi

La Signora Giulia fu una amica del Cares così come Gastaldi, Maselli, Gioele ed altri e si dimostrò sempre disposta al proseguimento dell’opera. Una vita vissuta nell’evangelizzazione della parola del Signore non può che dare frutti di bontà. Suo figlio Adam, marinaio e predicatore laico per la chiesa metodista di Firenze morto nel 1997, ha lasciato una profonda ferita in Giulietta, ma "per il bene devo superare anche questa prova mi diceva. Lo spirito é di Dio, ricordatelo, siamo qui per poco perché PRESTO saremo tutti insieme".

La famiglia nel 1974 acquistò I Piani, una delle coloniche originarie de I Graffo. A circa 200 metri dalla villa padronale e adiacente alla casa si trovava la cappella originale della proprietà dove giungevano le processioni religiose parrocchiali nel corso dei secoli provenienti dalla Pieve di Santa Agata. Ancora oggi dei pellegrini si fermano in preghiera vicini al pozzo dove c'é una icona della “Madonna delle Nevi”.

Quando la casa dei bambini chiuse definitivamente le sue porte nel 1974, Giulietta e un altro fedele amico del CARES, Gioele Mongiovetto di Pinerolo, concordarono con il comitato di mantenere la villa e la proprietà. Con le loro due pensioni , mia madre e Gioele accolsero gruppi e singoli. Ad esempio l’ospitalità era estesa ad un gruppo della chiesa evangelica fiorentina guidati da Leopoldo Sansone, che con i suoi amici gestiva campi estivi per le famiglie evangeliche italiane. Le porte del CARES furono aperte anche su richiesta dell’Arcivescovo di Firenze ad un gruppo di rifugiati vietnamiti.

Dal 1980 in poi le spese della manutenzione della proprietà divennero troppo grandi da sopportare, vista anche l’età dei due. Così avvenne la decisione dalla parte del comitato di donare la alla chiesa valdese.

Dopo la morte di suo figlio Adam e del suo marito Jozef mia madre frequentò sempre Casa CARES anche come ospite sotto la tutela di Paul Krieg fino a quando entrò nel centro di cura Evangelico il Gignoro a Firenze alla fine del 2015

Questa storia di vita della Giulietta la dedico a tutti Caresini che hanno avuto l’opportunità di conoscerla. Parlare della vita di mia madre, delle sue esperienze di insegnamento e devozione alle Sacre Scritture, é un vicenda molto triste per un figlio. Una cosa che mi da conforto é che il lettore possa comprendere i suoi 96 anni di vita vissuta storicamente e soggettivamente. Il suo insegnamento ad amare il prossimo tuo come te stesso é fondamentale perché Dio è Amore.



Giulietta Nunzi Blaszczyk (presentata da Paul Krieg)

Giulia "Giulietta" Nunzi era un'amica di Casa Cares sin dal suo inizio. Era pura fiorentina e un devoto membro della locale Chiesa metodista. Per decenni fu attiva nella vita del centro. Sposò Josef Blaszczyk, un rifugiato polacco, poco dopo la seconda guerra mondiale. Insieme hanno cercato nuove opportunità in Argentina, portando con loro il figlio Adam. Dall'Argentina, dove è nato il fratello di Adam, Richard, è tornato con i ragazzi in Italia per motivi di salute. Poiché Josef non aveva un passaporto italiano, seguì la sua famiglia molto più tardi. Fino a quando Josef riuscì a tornare a Firenze, Giulietta affidò i ragazzi alle cure di Casa Cares dando inizio a un attaccamento emotivo senza fine per tutta la famiglia.

Quando finalmente fu possibile, i ragazzi tornarano dai genitori, ma sono stati spesso presenti a Casa Cares per tutta la loro gioventù. Entrambi alla fine sposarono giovani volontari provenienti dal Cares. La famiglia nei primi anni '70 acquistò uno delle coloniche originali de I Graffi, I Piani. Circa 200 metri dalla villa padronale, adiacente alla casa era la cappella originale della proprietà a cui furano condotte le processioni religiosi nel corso dei secoli dalla chiesa parrocchiale locale di Sant'Agata.

Quando la casa dei bambini chiuse definitivamente le sue porte nel 1974, Giulietta e un altro vecchio e fedele amico, Gioele Mongiovetto, concordarono con il comitato di mantenere la villa e la proprietà. Con poco supporto materiale, i due accoglierono gruppi e singoli. Ad esempio, l'ospitalità è stata estesa a un gruppo di membri della chiesa fiorentina guidati da Leopoldo Sansone che con amici gestiva campi estivi per giovani e famiglie. Le porte furono aperte anche, su richiesta dell'Arcivescovo di Firenze, a un gruppo di rifugiati vietnamiti.

All'inizio degli anni '80 Giulietta e Gioele si resero conto che non potevano soddisfare i bisogni dell'immensa proprietà e dissero al comitato di voler ritirarsi. Dopo mesi di discussioni molto intense, il comitato ha deciso di donarono la proprietà alla Chiesa valdese. Molti valdesi non furono entusiasti e prima rifiutarono, ma attraverso l'apertura del Moderatore Giorgio Bouchard e l'impegno speciale del membro del comitato Avernino DiCroce, la donazione fu finalizzata nel 1983. Seguirono ulteriori discussioni finché la chiesa optò per un impegno come Casa per ferie e centro incontri.

Anche dopo la morte di Josef e Adam, Giulietta continuò a vivere nella loro casa a I Piani e divenne un vicino e sostegno inestimabile fino a quando non entrò nel centro di cura valdese Il Gignoro a Firenze alla fine del 2015.


Giulia "Giulietta" Nunzi was a friend of Casa Cares from its inception. She was pure Florentine and a devoted member of the local Methodist Church. Until her passing while a resident in Il Gignoro a Firence, she was active in the life of the center. She met and married Josef Blaszczyk, a Polish refugee, shortly after World War II. Together they searched for new opportunities in Argentina, taking their son Adam with them. From Argentina, where Adam's brother Richard was born, she returned with the boys to Italy for health reasons. Because Josef did not have an Italian passport, he followed his family only three years later. Until Josef was able to return to Florence, Giulietta entrusted the boys to the care of Casa Cares starting an unending emotional attachment for the entire family..

When finally possible he boys returned to their parents but they were often present at Casa Cares throughout their youth. Both eventually married young volunteers from from the home. The family in the early 1970's bought one of the original I Graffi farmhouses, named I Piani. Up the hill about 200 meters from the villa, adjacent to the house was the original chapel of the property to which processions led over the centuries from the local parish church of Saint Agata.

When the children's home closed its doors definitively in 1974 Giulietta and another old, faithful friend, Gioele Mongiovetto, agreed with the board to maintain the villa and the property. With little material support, the two of them offered the villa to persons as requested. For example, hospitality was extended to a group of Florentine church members led by Leopoldo Sansone who ran youth camps. The doors were also opened, upon request of the Archbishop of Florence, to a group of Vietnamese refugees.

By the beginning of the 1980's Giulietta and Gioele realized that they could not meet the needs to the immense property and told the board of their wish to withdraw. After months of very intense discussion, the board decided to offer the property to the Waldensian national church. Many Waldensians were not enthusiastic and first declined, but through the openness of the Moderator Giorgio Bouchard and special effort of board member Avernino DiCroce, the donation was finalized in 1983. More discussion followed until the church opted for a commitment to a guesthouse and meeting center.

Even after the deaths of Josef and Adam, Giulietta continued to live in their home at I Piani and became an invaluable neighbor and support until she entered the Waldensian care center Il Gignoro in Florence at the end of 2015.

Ferruccio Mongiovetto

FERRUCCIO MONGIOVETTO I

Nipote di Gioele

Mi ricordo la prima volta che visitai Casa Cares in inverno arrivando da Roma come militare nel 1971, i grandi camini che riscaldavano gli ambienti ed i tanti ospiti piccoli che in un clima di allegria animavano la casa.

Un ricordo che ancora ho nella mia mente sono i gruppi di volontari (giovani americani, svizzeri, tedeschi ecc. ecc.) che venivano ad aiutare lo zio per il periodo della vendemmia, lo zio li assillava dal mattino alla sera tardi perché voleva finire al più presto il lavoro per rientrare a Reggello il prima possibile perché si trovava a suo agio in quel giovane ambiente famigliare che regnava nella casa.

Ora i nomi di sorelle e fratelli dello zio:
Amos, Febe (mamma di Giovanni), Mosé, Noé, Gioele (Timoteo), Ninfa, Ester di 97 anni, cuoca stimata dei gruppi di volontari che a Piverone non erano in vacanza, ma ai lavori forzati!!!



Ferruccio Mongiovetto Piverone, Aprile 2019